Pordenone: Coldiretti, Congartigianato e Symbola donano al Vescovo Pellegrini un’altra statuina del presepe

Il personaggio del 2022 è stata la florovivaista, simbolo delle imprese impegnate nella cura e manutenzione del patrimonio verde e della biodiversità. 

Il personaggio del presepe 2022 è la florovivaista. La statuina è stata consegnata al Vescovo Giuseppe Pellegrini da Confartigianato con il presidente Pascolo, da Coldiretti con il presidente e direttore rispettivamente Matteo Zolin e Antonio Bertolla e da Symbola nei giorni precedenti al Natale. Obiettivo dell’iniziativa è quello di aggiungere al presepe figure che ci parlino del presente ma anche del futuro. Quest’anno è stata scelta la florovivaista una nuova figura, simbolo delle imprese impegnate nella cura e manutenzione del patrimonio verde e della biodiversità. È un’idea per parlare di un’agricoltura plurale e differenziata, che produce cibo e insieme, beni immateriali indispensabili per la qualità della vita.

“Il florovivaismo è un comparto strategico del Made in Italy che coinvolge oltre 20mila imprese impegnate nel garantire bellezza e a migliorare la qualità della vita con il contrasto ai cambiamenti climatici, all’inquinamento dell’aria e al dissesto del territorio” Così ha affermato il presidente della Coldiretti Zolin che ha concluso: “Si tratta dell’espressione di una agricoltura multifunzionale capace di generare esternalità positive per il bene della comunità e dell’ambiente, nonostante i rincari e le grandi difficoltà economiche”.

“Quest’anno –ha aggiunto il presidente di Confartigianato Pascolo- portiamo nel Presepe un simbolo della sostenibilità espressa dagli artigiani e dalle piccole imprese e declinata su tre fronti: economico, sociale e ambientale. La piccola impresa, l’artigiano, offrono prodotti e servizi belli, ben fatti, durevoli, a basso impatto ambientale, unici e distintivi -ha concluso il presidente- poiché ben radicati nei territori di appartenenza dove intrattengono rapporti e relazioni di scambio cruciali per il benessere delle comunità locali”.