La storia di Kyara e Alex in una Pordenone del 1981

Domenica alle 19.30 nello Spazio Gabelli, Umberto Sebastiano presenta il suo "Il mondo finirà di notte" intervistato da Davide Toffolo. Un romanzo ambientato nella città sul Noncello che racconta l'adolescenza, "quel bernoccolo della reminiscenza"

Anno 1981, Pordenone, l’inviato di una storica rubrica musicale televisiva in onda sulla Rai, approda nella cittadina sul Noncello per “indagare” sul notorio Grande Complotto.

Si apre così il romanzo Il mondo finirà di notte (edito da Nutrimenti) di Umberto Sebastiano, giornalista culturale, autore televisivo (per Target, Tempi Moderni, L’Eredità) in effetti originario di Pordenone, città in cui ha vissuto fino ai 18-20 anni, prima di trasferirsi a Milano, poi a Roma per poi tornare a Milano.

In quello storico servizio tv – quello sì reale – c’era anche Sebastiano, all’epoca nemmeno sedicenne, anche lui membro di un gruppo musicale, affascinato dalla generazione dei più grandi, quella che il Great Complotto lo ha inventato in maniera del tutto inconsapevole, un po’ fortuita e anomala, decisamente rivoluzionante. Il romanzo è ambientato e intriso della Pordenone di inizio anni Ottanta, bensì racconta tre settimane di vita di due adolescenti e la loro scoperta dell’amore in tutte le sue forme, comprese quelle più dolorose.

“L’adolescenza è il periodo che ci si imprime più nella memoria. È un bernoccolo della reminiscenza” spiega Sebastiano che tornerà a Pordenone domenica alle 19.30 nello Spazio Gabelli per presentare il libro in una conversazione con Davide Toffolo. “Se vi sembriamo strani, è perché sappiamo qualcosa che voi avete dimenticato” afferma Alex nel libro. “La scienza ha ormai dimostrato come lo sviluppo del cervello si completi intorno ai 25 anni. L’ultima parte a formarsi è la corteccia pre-frontale, quella della saggezza. Non è un caso se gli adolescenti stanno sulla soglia del rischio. Lo siamo stati anche se poi ce se ne dimentica” prosegue Sebastiano. Eppure “l’innamoramento a quell’età è qualcosa di magico. Purtroppo in questa storia [gli eventi sono inventati, ndr] neppure questa dimensione magica riesce a salvare i due protagonisti da un male, una sofferenza, quest’ombra che all’epoca ritengo fosse diffusa nella società, così come lo è tuttora” spiega l’autore. Una società “fortemente maschilista, le ragazze c’erano sì ma avevano un ruolo marginale. Se da un lato era normale aspettarselo dalla generazione dei padri, meno lo era da quella dei figli, neanche l’ondata rivoluzionaria punk è riuscita davvero a scalfirlo. Nel romanzo ho inventato una banda di ragazze, un circolo segreto di poesia. L’ho fatto per contrapposizione, non volevo relegare il femminismo a vittimismo”.

Il romanzo racconta le prime scoperte amorose di due giovani. Ma di fatto racconta anche Pordenone nei primi anni Ottanta. “Quello che il Great Complotto ci ha insegnato, in ultima istanza, è stato che era possibile inventare la realtà, l’invenzione è il debito che abbiamo verso quell’esperienza – commenta Umberto Sebastiano – Perché sia accaduto a Pordenone, in molti se lo chiedono. Credo però sia stato possibile perché era una città di in mezzo tra Udine e il Veneto, non riconosciuta da entrambe, un territorio neutro e vergine con carattere non ben definito”.

Qualcosa che è deflagrato con la complicità della storia: “Anche il terremoto ha avuto la sua responsabilità. Fu per la legge speciale post ’76, che permetteva di fare il servizio di leva nella propria città, che due persone come Ado e Miss Xox sono tornate e Pordenone per prestare servizio nella caserma dei pompieri dove si sono ritrovati e hanno deciso che sarebbero diventati delle rockstar. Lì hanno iniziato a suonare insieme. Pordenone era una città strana: il Tequila (la sala prove) venne allestita in un palazzo in centro che era di proprietà. In qualsiasi altra città sarebbe stata un centro sociale occupato. In quel contesto si sviluppa il romanzo che rimane la storia di due ragazzi che risente della lettura di alcuni saggi, come Alice MacKinnon, James Hillman. Non è un libro sul Great Complotto”.