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Israele sospende gli aiuti umanitari e la tregua è in bilico: conseguenze devastanti

La sospensione degli aiuti umanitari a Gaza, decisa da Israele, dopo la scadenza dell’accordo di cessate il fuoco e di scambio tra gli ostaggi e i prigionieri palestinesi, “avrà conseguenze devastanti per oltre due milioni di civili che stanno già affrontando carestia e privazioni estreme”. A denunciarlo è il Norwegian Refugee Council (Nrc) che in una nota ribadisce, per bocca di Angelita Caredda, Direttore regionale del Nrc per il Medio Oriente e il Nord Africa, che “Gli aiuti umanitari non sono un privilegio, sono un diritto. Le persone a Gaza stanno già affrontando condizioni disperate. Con scorte di cibo in esaurimento, ospedali incapaci di funzionare e famiglie che lottano per trovare acqua pulita, qualsiasi restrizione agli aiuti spingerà la popolazione civile oltre il collasso”.
Il cessate il fuoco, si legge nella nota, “ha portato un po’ di sollievo tanto necessario a Gaza, ma è stato ben lungi dall’essere sufficiente a coprire le immense necessità. Gli ospedali a Gaza sono a malapena operativi, con carburante, forniture mediche e attrezzature in diminuzione, lasciando i feriti e i malati senza cure”. L’incertezza sul cessate il fuoco, per Nrc, “minaccia l’accesso umanitario, con l’interruzione delle consegne di aiuti e i civili nuovamente privati di cibo, acqua e assistenza medica. Secondo il diritto internazionale, i civili devono essere protetti e l’accesso umanitario deve essere garantito”.
Da qui l’appello a “tutte le parti a rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale e a consentire l’ingresso immediato, sicuro e duraturo di assistenza umanitaria. Il governo di Israele deve immediatamente annullare questa decisione. Gli attori internazionali devono fare tutto ciò che è in loro potere per garantire la ripresa dell’accesso a Gaza, in modo che gli aiuti raggiungano chi ne ha bisogno senza ulteriori ritardi o interruzioni”.
Nrc chiede “l’immediato ripristino dell’accesso umanitario e la priorità della protezione dei civili. Il diritto internazionale è chiaro: i civili non devono essere affamati, le strutture mediche devono essere salvaguardate e le organizzazioni umanitarie devono essere autorizzate a fornire aiuti in modo indipendente e senza ostacoli. La comunità internazionale – conclude Caredda – deve agire rapidamente per prevenire ulteriori sofferenze e lavorare per un cessate il fuoco duraturo che difenda i diritti e la dignità di tutti gli interessati”.