Catechesi del mercoledì di papa Francesco sulla morte e il vecchio Simeone

Policlinico Gemelli, Roma

“Il vecchio Simeone vede la morte non come la fine, ma come compimento, come pienezza; la attende come sorella che non annienta, ma introduce nella vita vera che egli ha già pregustato e in cui crede”. Lo scrive il Papa, nel testo della catechesi di mercoledì 26 febbraio, preparato precedentemente al suo ricovero al Gemelli e diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede.

“In quel giorno, Simeone non è l’unico a vedere la salvezza fattasi carne nel bambino Gesù”, osserva Francesco: “Lo stesso succede anche ad Anna, donna più che ottuagenaria, vedova, tutta dedita al servizio del Tempio e consacrata alla preghiera. Alla vista del bambino, infatti, Anna celebra il Dio d’Israele, che proprio in quel piccolo ha redento il suo popolo, e lo racconta agli altri, diffondendo con generosità la parola profetica”. “Il canto della redenzione di due anziani sprigiona così l’annuncio del Giubileo per tutto il popolo e per il mondo”, commenta il Papa: “Nel Tempio di Gerusalemme si riaccende la speranza nei cuori, perché in esso ha fatto il suo ingresso Cristo nostra speranza”.

“Imitiamo anche noi Simeone e Anna, questi pellegrini di speranza che hanno occhi limpidi, capaci di vedere oltre le apparenze, che sanno fiutare la presenza di Dio nella piccolezza, che sanno accogliere con gioia la visita di Dio e riaccendere la speranza nel cuore dei fratelli e delle sorelle”, l’invito finale.