Villa Manin: in 10mila a “La Notte dei Confini”

Lo spettacolo pirotecnico

Diecimila persone stimate, ben oltre le aspettative, hanno partecipato questa sera a “La Notte dei Confini – Fuochi, musica e colori”, la festa di Natale a Villa Manin che ha trasformato la dimora storica in un palcoscenico tra videomapping, musica, parole e spettacolo pirotecnico, in dialogo con la mostra “Confini. Da Gauguin a Hopper”

“Questa sera siamo qui per fare un esperimento di cultura di frontiera – ha dichiarato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Cultura Mario Anzil – una cultura che nasce dal confine, ma che non lo considera più come un limite o un muro: il confine diventa una sorgente di opportunità, un luogo di incontro, di relazione, di amicizia”.

Un’idea che affonda le radici nella storia e nell’identità del Friuli Venezia Giulia, terra da sempre segnata dai confini, ma che oggi sceglie di interpretarli come spazio di possibilità e di futuro. Al centro della serata, la volontà di proporre una visione di cultura viva e condivisa.

“La cultura non è soltanto un insieme di nozioni – ha sottolineato il vicegovernatore – ma è soprattutto rielaborazione personale, esperienza vissuta. L’obiettivo è permettere a tante persone, insieme, di vivere esperienze culturali molteplici, piacevoli e anche divertenti”.

Da qui l’idea di portare simbolicamente fuori dalle sale espositive i capolavori della mostra “Confini”, facendoli dialogare con Villa Manin grazie alla tecnologia per confermare la dimora dogale luogo simbolo di una politica culturale capace di coniugare patrimonio, innovazione e partecipazione, trasformando il confine da linea di separazione a spazio condiviso.

“Abbiamo voluto far incontrare l’arte con lo spettacolo e la festa – ha aggiunto Anzil – mescolando strumenti tecnologici ancora in parte inesplorati con elementi antichi come il fuoco, la musica, le parole. Perché questa è una terra che ha radici profonde, ma anche ali per guardare lontano. Siamo ancorati alla nostra identità, ma in Fvg è già tempo di futuro”.

Nel corso dell’intervento il vicegovernatore ha ringraziato Erpac

– Ente regionale per il patrimonio culturale con la direttrice generale Lydia Alessio Vernì per l’organizzazione dell’evento, Linea d’Ombra e Marco Goldin, curatore della mostra, il maestro Remo Anzovino, che ha aperto l’evento e lo ha chiuso con la sua performance al pianoforte, e l’Unpli – Unione nazionale Pro loco Fvg per il momento conviviale finale. “Un ringraziamento speciale – ha concluso Anzil – va anche al pubblico, arrivato così numeroso: la vostra presenza è la prova che questo esperimento di cultura di frontiera è una strada giusta da percorrere

Questa sera siamo qui per fare un esperimento di cultura di frontiera – ha dichiarato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Cultura Mario Anzil – una cultura che nasce dal confine, ma che non lo considera più come un limite o un muro: il confine diventa una sorgente di opportunità, un luogo di incontro, di relazione, di amicizia”.

Un’idea che affonda le radici nella storia e nell’identità del Friuli Venezia Giulia, terra da sempre segnata dai confini, ma che oggi sceglie di interpretarli come spazio di possibilità e di futuro. Al centro della serata, la volontà di proporre una visione di cultura viva e condivisa.

“La cultura non è soltanto un insieme di nozioni – ha sottolineato il vicegovernatore – ma è soprattutto rielaborazione personale, esperienza vissuta. L’obiettivo è permettere a tante persone, insieme, di vivere esperienze culturali molteplici, piacevoli e anche divertenti”.

Da qui l’idea di portare simbolicamente fuori dalle sale espositive i capolavori della mostra “Confini”, facendoli dialogare con Villa Manin grazie alla tecnologia per confermare la dimora dogale luogo simbolo di una politica culturale capace di coniugare patrimonio, innovazione e partecipazione, trasformando il confine da linea di separazione a spazio condiviso.

“Abbiamo voluto far incontrare l’arte con lo spettacolo e la festa – ha aggiunto Anzil – mescolando strumenti tecnologici ancora in parte inesplorati con elementi antichi come il fuoco, la musica, le parole. Perché questa è una terra che ha radici profonde, ma anche ali per guardare lontano. Siamo ancorati alla nostra identità, ma in Fvg è già tempo di futuro”.

Nel corso dell’intervento il vicegovernatore ha ringraziato Erpac

– Ente regionale per il patrimonio culturale con la direttrice generale Lydia Alessio Vernì per l’organizzazione dell’evento, Linea d’Ombra e Marco Goldin, curatore della mostra, il maestro Remo Anzovino, che ha aperto l’evento e lo ha chiuso con la sua performance al pianoforte, e l’Unpli – Unione nazionale Pro loco Fvg per il momento conviviale finale. “Un ringraziamento speciale – ha concluso Anzil – va anche al pubblico, arrivato così numeroso: la vostra presenza è la prova che questo esperimento di cultura di frontiera è una strada giusta da percorrere