Settant’anni presenza militare USA ad Aviano

Se fosse un matrimonio, sarebbero le “nozze di Titanio”. Ma l’integrazione è stata progressiva, ha attraversato fasi diverse e complesse, armonizzandosi all’evoluzione dei tempi e delle atmosfere geopolitiche internazionali. Una cosa è certa: nel 2025 sono scoccati i primi 70 anni di convivenza – o, perlomeno, di stretta contiguità – fra la popolazione di Aviano, il centro storico pedemontano del Friuli occidentale a 15 chilometri da Pordenone, e una della più vaste comunità statunitensi in Italia, quella che ruota intorno al campo aeronautico di Aviano dove è di stanza il contingente del 31° Stormol’aeronautica militare statunitenseSette decenni di gemellaggio territoriale fra comunità contigue: a partire dal 15 febbraio 1955, quando ufficialmente si attivava l’accordo stipulato un anno prima fra il governo statunitense e quello italiano per l’utilizzo congiunto di un’infrastruttura militare italiana, che diventava così formalmente un contingente a supporto dell’alleanza militare NATO.

Aviano, un paesino di 9.000 anime, negli anni ha visto quasi raddoppiare la sua popolazione, complice l’insediamento permanente del 31st Fighter Wing dal 1994, con migliaia di unità statunitensi fra militari e civili, distribuiti sul territorio. Settant’anni dopo, e in un contesto delicato sul piano geopolitico internazionale, l’Amministrazione comunale di Aviano ha deciso di “specchiarsi” nella sua storia così speciale, fatta di amicizie che si sono intrecciate in una lunga quotidianità e di processi di trasformazione della società locale. Ma anche di palpitanti allerte sicurezza nei momenti di tensione internazionale, di un turismo di guerra attratto dagli F16 che si alzano in missione, di contestazioni e marce antimilitariste a presidio della pace. Da questi presupposti nasce il progetto culturale It’s Aviano. Il Paese con la Base, un “cantiere aperto” focalizzato sull’identità di Aviano e della sua comunità, illustrato il 15 dicembre 2025 nella sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, alla presenza dei promotori. Sostenuto dall’Assessorato regionale alla Cultura e Sport, il progetto è promosso dal Comune di Aviano in vista del 2027, l’anno di Pordenone Capitale Italiana della Cultura. Il primo cittadino di Aviano, il sindaco Paolo Tassan Zanin, ha sottolineato la valenza ampia e articolata di un percorso che «ha tante specificità che lo caratterizzano, e potrà restituire una dimensione più baricentrica di Aviano sul piano culturale». E l’Assessore alla Cultura Andrea Menegoz ha spiegato: «Abbiamo deciso di guardare con attenzione e con una giusta scientificità alla storia del nostro territorio, che riflette bene la grande storia a cavallo tra XX e XXI secolo. Rubando una formula dello storico Marc Bloch, vogliamo indagare il passato prossimo dal carattere unico di Aviano; puntiamo a restituire un racconto multidisciplinare di carattere orizzontale, per dare spazio anche alle storie tratte dalla quotidianità e narrare i fatti a un ampio pubblico, ripercorrendo il vasto arco di tempo che ha attraversato il secondo dopoguerra e gli anni della Guerra Fredda, la caduta del muro di Berlino, la guerra nei Balcani e la tragedia delle Torri Gemelle, fino al ritorno della guerra nell’estremo oriente d’Europa, in Ucraina, nell’ultimo triennio». Il Vicepresidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Mario Anzil, Assessore regionale alla Cultura e allo Sport, nel messaggio inviato ai promotori di cui ha dato comunicazione la funzionaria Cultura del Comune di Aviano Viviana Urban, ha sottolineato che «celebrare oggi l’avvio del progetto “It’s Aviano. Il Paese con la base” significa rileggere con consapevolezza e con orgoglio 70 anni di storia condivisaLa presenza della comunità statunitense, una delle più numerose in Italia, ha contribuito in modo significativo allo sviluppo culturale ed economico di Aviano e dell’intera area pedemontana. Qui si è progressivamente delineato un paesaggio umano e sociale unico, capace di trasformare una periferia del Friuli in uno dei contesti italiani più familiari ai modelli di vita americani. Un vero e proprio “gemellaggio territoriale”, appunto, che ha attraversato stagioni storiche complesse, ma che alla fine ha sempre trovato nel dialogo e nella convivenza la propria cifra distintiva. Sono convinto che questa sia un’occasione preziosa per ribadire quanto la capacità di convivere, collaborare e crescere insieme rappresenti una delle più autentiche risorse del nostro territorio».

Nel corso del 2026 si attiverà la fase produttiva, che prevede la realizzazione di un lungometraggio –il documentario “United States of Aviano. La faccia epica dell’America”, firmato dai filmmakers Francesco Guazzoni e Alessandro Pasian – e di una pubblicazione che raccoglierà la ricerca condotta dallUniversità degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi umanistici, per il coordinamento del professore di “Geografia storica del Friuli Venezia Giulia”  Sergio Zilli: un’indagine sul rapporto fra la comunità di Aviano e la base USAF, per monitorare l’evoluzione di un paesaggio che, da periferia pedemontana del Friuli, si è trasformato in una delle aree italiane più permeate dai modelli di vita americaniUn progetto che ha un logo peculiare come l’identità del luogo che esprime, realizzato dall’artista e grafico Marco Tonus, di cui ha illustrato i presupposti nel corso dell’incontro stampa il consigliere comunale Joshua Honeycutt Balduzzi. E il consigliere regionale Carlo Bolzonello ha evidenziato l’importanza di un progetto che diventa importante valore aggiunto per la comunità di Aviano.

Documentario United States of Aviano. La faccia epica dell’America

Presentato dagli autori e registi Francesco Guazzoni e Alessandro Pasian, il documentario “United States of Aviano. La faccia epica dell’America” sarà una “rapsodia” di tasselli che si sono sedimentati nel tempo. «Dalla storica radio The Eagle 106, che nell’Italia degli anni ‘70/’80 ispirò pionieristicamente la nascita dei gruppi punk alimentando la scena musicale del «Great Complotto», al fiorire di locali e strutture d’intrattenimento –pub, locande, bowling, strip club– in perfetto stile yankee, una potente calamita per migliaia di giovani attratti da quel «pezzo d’America» friulano dove potersi confrontare – e spesso scontrare in leggendarie scazzottate – con una cultura mutuata solo dagli stereotipi cinematografici. E ancora le feste e le tradizioni “made in Usa”, i matrimoni ‘misti’, la saudade dei militari rientrati in patria, la visita di un presidente e di una first lady – Bill Clinton e Laura Bush – e il progetto Aviano 2000 per la costruzione, nell’area circostante, di oltre 500 abitazioni destinate ai marines e alle loro famiglie». Questi, e molti altri, i topics del documentario scritto, diretto e prodotto dai filmmakers Francesco Guazzoni e Alessandro Pasian con l’Amministrazione Comunale di Aviano. Un lungometraggio della durata di 90 minuti che si presenterà in anteprima nella primavera 2027. I registri della narrazione cinematografica si avvicenderanno: dai colori della metamorfosi del “paesaggio umano” e sociale nella città, agli eventi drammatici della Guerra nei Balcani, della strage del Cermis, dell’11 settembre 2001: tappe portanti della storia della Aviano Air Base, che si diluiscono nel presunto, fra verosimile e grottesco: la consapevolezza delle testate nucleari custodite nella Base, e le scommesse sulla presenza di alieni asserragliati nei corridoi sotterranei. Poi, all’alba del terzo millennio, qualcosa è cambiato: con l’evento dell’11 settembre l’allerta sicurezza della Aviano Air Base aveva raggiunto il top, al grado «Delta». Il personale cominciò a trincerarsi idealmente all’interno dove, nel frattempo, una cittadella indipendente e inaccessibile era sorta, con tanto di ospedale, supermercato, cinema, golf club e, naturalmente, alloggi per i militari in servizio, sempre più numerosi. Pur abitando per lo più nei comuni limitrofi, le famiglie americane modificarono le regole di ingaggio sociale, le abitudini cambiarono e le frequentazioni esterne si ridimensionarono, tanto che molte attività del centro storico di Aviano furono costrette a chiudere. United States of AvianoLa faccia epica dell’America racconterà come sette decenni di forte presenza statunitense in forze alla Base aeronautica di Aviano – di dimensioni ridotte rispetto ad altre Basi internazionali, con l’esigenza quindi di ‘dirottare’ all’esterno la residenza dei militari – abbiano modificato l’identità del territorio e portato un cambiamento radicale nella fisionomia sociale della città e dei suoi abitanti. Il film restituirà immagini d’epoca provenienti da archivi privati, dall’archivio Luce e dalle Teche RAI, e sarà scandito dalle interviste ai testimoni della storia legata alla Base di Aviano: civili e militari, italiani e americani. Entreremo nelle location più significative -ancora accessibili o dismesse- e il nostro occhio si muoverà via via all’interno e all’esterno della Base. Una attenzione speciale sarà riservata alla star hollywoodiana Amy Adams, vincitrice di due Golden Globe come migliore attrice, rimasta saldamente affezionata alla sua esperienza d’infanzia nella base militare di Aviano. Tanto da aver voluto che il luogo della sua infanzia potesse risuonare nel nome della figlia, Aviana Olea, oggi quindicenne.

Aviano 2027: dallo studio dell’Università di Trieste, alla pubblicazione d’autore.

Curato dall’Università di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici, per il coordinamento del professore di Geografia storica del Friuli Venezia Giulia Sergio Zilli, il progetto di ricerca è focalizzato sul rapporto fra la comunità di Aviano e la base USAF e offrirà la possibilità di ragionare sugli effetti di una delle principali questioni che hanno interessato il territorio del Friuli Venezia Giulia in età repubblicana: la relazione fra comunità locali e strutture militari. «Quindi – ha spiegato Sergio Zilli – gli intrecci che si sono venuti a creare, ai diversi livelli, fra i processi di trasformazione della società locale e le esigenze di tutela del confine orientale italiano, del quale il Friuli Venezia Giulia è avamposto geografico. A differenza di quanto è accaduto nelle altre aree della regione rispetto alle strutture miliari dismesse, nel caso di Aviano la questione risulta estremamente attuale, visto che la Base militare statunitense è sopravvissuta alla caduta del Muro e si è rinnovata nell’ultimo trentennio. La riflessione si pone quindi in termini di continuità e non di frattura». Ad Aviano, a differenza del resto del Paese, l’introduzione di stili di vita e di modelli di consumo statunitensi è avvenuta attraverso la presenza fisica di uomini e donne appartenenti al contingente ospitato nell’area militare, e non solo attraverso i media e il cinema: ad Aviano le auto e i bus scolastici che si vedevano nei film giravano realmente per le strade; la musica che si ascoltava alla radio non era quella della RAI; il rito del barbeque veniva celebrato in ogni casa affittata dai “foresti”. Al contempo l’esistenza nello spazio comunale di Aviano della Base, in rapporto dialettico rispetto alle guerre degli ultimi settant’anni, ha costituito un punto di riferimento per i dibattiti sulla pace e la non violenza nelle aree del Nordest. La ricerca spazierà fra archivi locali e nazionali, fisici e virtuali, e sarà integrata da interviste con testimoni a vario titolo di questi sette decenni.

I risultati dello studio saranno presentati nel gennaio 2027, nell’ambito di un convegno che vedrà protagonisti i ricercatori e ricercatrici coinvolti. Dagli Atti del convegno, e dalle molteplici relazioni a firma di esperti e studiosi, prenderà forma la pubblicazione in uscita nella primavera 2027.

La Base aeronautica di Aviano è uno dei più antichi aeroporti militari italiani, reso operativo nel 1911 fu cruciale in entrambe le Guerre Mondiali.

Nel corso della Prima Guerra Mondiale fu sede di squadriglie da ricognizione e bombardamento e dopo Caporetto, fu occupato dagli austro-ungarici. Nel 1919 l’aeroporto fu intitolato agli aviatori Maurizio Pagliano e Luigi Gori, eroi del volo su Vienna, abbattuti nel 1917 mentre volavano in missione a bordo di un bombardiere Caproni, nei cieli di Susegana (TV), da un caccia Albatros austriaco.

Nella Seconda Guerra Mondiale fu un’importante base aerea italiana, poi rilevata dalle forze alleate finché nel 1955 diventava operativo l’accordo di utilizzo congiunto fra i Governi italiano e statunitense: l’aeroporto di Aviano si avviava così a diventare una Base USAF integrata nella NATO, accogliendo i primi contingenti USAFE.

Nel periodo della Guerra Fredda la Base diventò un avamposto strategico NATO, ospitando vari reparti di caccia e bombardieri.

Dopo la Guerra Fredda, nel 1994, il 31° Fighter Wing (31st FW), con i suoi F-16, divenne l’unità di riferimento, con missioni in Bosnia, Kosovo e altre aree di crisi.

Oggi Aviano rimane una delle più grandi e importanti basi aeree statunitensi in Europa.

La storia di Aviano è un mix di antiche origini: delle sue radici romane, dello splendore rinascimentale e della rilevanza strategica moderna. Caposaldo di queste molteplici “identità” sono il Castello medievale (X sec.), fondato prima del Mille, sede dei Patriarchi di Aquileia, concesso all’imperatore Federico Barbarossa e poi alla Serenissima Repubblica di Venezia; la Pieve di Santa Giuliana ai piedi del Castello, con gli affreschi medievali; e ancora le eleganti Ville Venete (come Villa Policreti/Fabris) e il Santuario della Madonna del Monte. Il tutto arricchito dall’eredità spirituale del Beato Marco d’Aviano, il frate cappuccino, predicatore apostolico e legato pontificio, noto per aver guidato la coalizione cristiana che liberò Vienna dall’assedio ottomano nel 1683, salvando l’Europa e diventando un eroe per l’Austria e l’intera cristianità; morì proprio a Vienna nel 1699 e fu beatificato dalla Chiesa cattolica nel 2003.

Adornata da un paesaggio con sfondo dolomitico (il Monte Cavallo), la città si trova vicina alla celebre località sciistica di Piancavallo. Nel comune di Aviano trova sede il Centro di Riferimento Oncologico (CRO)Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) di rilievo nazionale per l’oncologia, dedicato alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei tumori attraverso un approccio multidisciplinare e integrato, combinando assistenza clinica avanzata a un’intensa ricerca scientifica e alla alta Formazione.

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