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Roberto Amadio nominato Ct della nazionale italiana di strada élite
Risiede a Sesto al Reghena il nuovo commissario tecnico della nazionale italiana della strada élite. L’ultimo consiglio federale, che ha ratificato la scelta dell’ex professionista Elia Viviani come team manager della pista e della strada e lo spostamento di Marco Villa al settore crono e alla pista femminile, dove affiancherà il confermato Diego Bragato, ha nominato selezionatore della rappresentativa più prestigiosa Roberto Amadio.
Roberto, da team manager di tutte le nazionali, a CT della strada élite. Ti senti promosso?
Il mio nuovo ruolo è il più ambito, ne sono fermamente orgoglioso. Questa nomina va a completare la mia esperienza a seguito di una riorganizzazione che prevede anche l’inserimento di Viviani. È senz’altro la migliore soluzione e decisa direttamente dal presidente federale Cordiano Dagnoni attraverso il consiglio federale. Spero di riuscire a portare la mia conoscenza maturata in tanti anni e in ruoli diversi nel mondo del ciclismo.
Va da sé che l’obiettivo per la nazionale élite è il mondiale che manchiamo dal lontanissimo 2008.
Il mio ruolo è di selezionatore per i campionati mondiali ed europei di atleti che sono seguiti tutto l’anno in maniera egregia dalle squadre professionistiche. Formulerò presto una lista di una quindicina di atleti selezionabili per il campionato del mondo dai quali sceglierò gli otto che potranno partecipare. Ho già incontrato Luca Guercilena del Team Lidl-Trek per annunciargli questa intenzione, a breve farò lo stesso con gli altri responsabili dei team esteri. L’obiettivo è che il professionista formi una mentalità che gli permetta di concentrarsi tutto l’anno sull’obiettivo del mondiale, senza per questo trascurare il calendario degli impegni con il proprio team. È necessario che l’atleta capisca l’importanza e il prestigio di indossare la maglia della nazionale.
Quanto è cambiato il ciclismo nella tua già lunga esperienza federale?
Da team manager delle nazionali italiane ho avuto la possibilità di seguire anche tutte le altre specialità oltre alla strada. Pertanto ho toccato con mano l’evoluzione del ciclismo, la crescita delle rappresentative estere. Non ci si può proprio sedere sugli allori. In questi anni abbiamo lavorato bene sul team performance con il direttore tecnico Bragato e, in particolare, sono orgoglioso di avere assistito alla crescita di settori come il trial e la velocità nei quali eravamo inesistenti. Sono soddisfazioni, al di là delle medaglie vinte.
Da team manager a CT, come cambierà la tua vita quotidiana?
In teoria in meglio, visto che prima seguivo 12 specialità… L’impegno sarà costante e, se ne avrà bisogno, inizialmente sarò disponibile ad affiancare Viviani nel suo nuovo ruolo. Gli daremo tutti una mano, gli è chiesto un passaggio importante da ciclista a team manager di tutte le nazionali.
