Il nostro ricordo di Giorgio Ros

E’ tornato alla Casa del Padre, ma lo ha fatto così repentinamente che al Centro diocesano, dove Giorgio Ros prestava la sua opera da economo e amministratore de Il Popolo, l’incredulità ha preso dimora per ore. Dopo una vita lavorativa intensa e di successi professionali, dal 2015 – quando era andato in pensione -, Giorgio aveva messo il suo zelo, la sua capacità organizzativa e manageriale, la sua sapienza amministrativa e la sua verve dinamica a servizio della Diocesi. Dopo il lungo impegno di mons. Antonio Tessari, storico economo diocesano di Concordia-Pordenone, il timone era passato a lui, primo laico a svolgere questo ruolo: pronto a mettersi a disposizione e al servizio della chiesa e della comunità dove viveva, come ci ha ricordato Tomaso Boer, suo compaesano, nonché amministratore de Il Popolo negli anni passati. Tomaso ci ha ricordato la parabola lavorativa e di vita di Giorgio, prima del suo arrivo in quel di via Revedole a Pordenone.

Giorgio era nato a San Cassiano di Brugnera il 15 settembre 1951, paese dove amava tornare e dove è rimasto di lui un bel ricordo. Fresco di diploma di ragioneria, aveva subito trovato lavoro in un mobilificio di Brugnera. Poi erano arrivati i giorni del militare: Giorgio aveva fatto il corso ufficiali ed era stato chiamato nell’esercito come Alpino. Altro suo vanto e sua gioia, testimoniata dalla partecipazione annuale all’adunata nazionale, insieme a tanti amici. Tornato, si era sposato con Paola e aveva cambiato paese: la coppia si era trasferita infatti a Tamai di Brugnera. Anche il lavoro era cambiato: il comune di Brugnera aveva bisogno di un ragioniere e lo aveva trovato in lui. Non per molto, ricorda Tomaso Boer: sono i primi anni ‘70 in un territorio che cambia velocemente grazie al boom economico e migliorano stile di vita e servizi. A Pordenone, per opera di alcuni sindaci, si costituì il Consorzio socio – sanitario: Giorgio vi entrò come ragioniere. Poi, con la Riforma della sanità messa in atto dalla Regione, il personale del Consorzio entrò nella nuova compagine e Giorgio entrò così nell’Azienda sanitaria scalandone i vertici fino a meritare il ruolo di Direttore generale nell’Ass4 Medio Friuli nell’udinese.

Ma non c’era solo il lavoro, pur importante e impegnativo, nella sua vita.

Non estraneo alla comunità e alla cosa pubblica Giorgio si impegnò in politica: sono gli anni in cui la Dc è forte e nelle sue schiere ricopre prima il ruolo di consigliere comunale di Brugnera poi di sindaco (1990-1995). Oltre che alla politica la sua attenzione è per le attività sociali (era consigliere della Lilt, la Lega italiana per la lotta con i tumori) e culturali che ruotano attorno al comune.

Non diversamente si spende in parrocchia, a partire da quella d’origine, dove fino al matrimonio ha manifestato l’amore per la musica dedicandosi al coro che ha anche diretto. Uno stile di servizio imparato in famiglia: molto praticante e attiva, attenta alla vita comunitaria e pronta a rendersi utile.

Con questo spirito, appena andato in quiescenza, Giorgio comincia il suo periodo di servizio alla Diocesi, assumendo il ruolo di economo diocesano, braccio laico nella gestione dei conti della diocesi guidata dal Vescovo Giuseppe Pellegrini. Vescovo con cui ha girato per le parrocchie, imparando a conoscere parroci, canoniche, scuole materne, chiese, oratori: pronto ad ascoltare esigenze nuove e necessità ricorrenti come quelle del continuo restauro conservativo di mura e opere.

Il suo fare sapeva essere molto affabile, socievole, ironico, ma al contempo la sua impronta restava quella della serietà e della concretezza: pronto ad agire e spendersi là dove coglieva un bisogno o una opportunità. Sapeva stare accanto agli uomini come dialogare con le istituzioni.

Con questo ricco bagaglio personale e professionale ha saputo essere operativo in diocesi per la quale si è speso per dieci anni. Sotto il suo sguardo sono passate tutte le parrocchie della diocesi, nessuna esclusa, e i parroci hanno trovato in lui ogni volta un interlocutore attento, saggio e capace di individuare soluzioni appropriate al caso. Ha accompagnato la nascita della fondazione Buon Samaritano e della fondazione Compagni di Emmaus. Aveva a cuore il futuro delle scuole cattoliche, del Seminario, delle Scuole materne parrocchiali e del patrimonio immobiliare facente capo alle parrocchie, talvolta difficile da gestire. Tra le sue creature ne ricordiamo due: una rivolta proprio alle parrocchie, l’altra aperta al territorio e alle sue esigenze. Alla prima fa riferimento il Fondo Santo Stefano, un fondo di rotazione in cui le parrocchie e la Diocesi versano qualcosa allo scopo di essere d’aiuto e sostegno reciproco nel momento della difficoltà; alla seconda la sua opera ultima che lo ha visto spendersi convintamente, insieme al personale del centro diocesano, ovvero la Residenza San Martino, ricavata nell’ala est del Seminario e presentata alla città lo scorso agosto: una struttura di alloggi a prezzi calmierati per studenti e lavoratori che ha dimostrato essere una risposta ad un bisogno del territorio. Quella dell’apertura della chiesa al mondo era una delle idee di Giorgio economo diocesano.

Mancato al Cro di Aviano sabato 11 ottobre dopo brevissima malattia, i funerali si sono tenuti nel pomeriggio di mercoledì 15 ottobre nella parrocchiale di Tamai, presieduti dal Vescovo Pellegrini. Vescovo con cui Giorgio aveva maturato un solido rapporto, fatto di leale collaborazione e sincera amicizia, condividendo con lui oltre al lavoro in Diocesi molte pagine di vita, comprese quelle di alcuni viaggi nelle missioni di Chipene (Mozambico), o a Sirima in Kenya e in nella foresta equatoriale del Congo dove opera suor Rita Panzarin o ancora in Bolivia per far visita a don Roberto Battel.

La sua scomparsa ha lasciato attoniti in città le figure di riferimento come il sindaco Basso: “Persona stimata, competente, disponibile. Lascia un grande vuoto. Ho perso un amico”.

Giorgio Ros è stato anche l’amministratore de Il Popolo: ruolo che lo vedeva fermo nelle decisioni, presenza rassicurante nei passaggi critici, anche ironico con le fatiche della redazione, mai assillante eppure presente alla bisogna. Dopo la saldezza dimostrata nell’accompagnare il giornale nella riforma dell’editoria del 2018, il sostegno in occasione del suo centenario (2022), da ultimo aveva seguito con convinzione il cambio del sistema editoriale, sempre dosando presenza decisionale e accordata fiducia.

Alla moglie Paola, alle figlie Alessandra e Valentina con i generi, alla sorella, e ai tanto adorati nipoti Giacomo, Leonardo e Nora, giungano le nostre più sentite cristiane condoglianze.

Simonetta Venturin