Chiesa
Bartolo Longo. “Qui lascio il mio cuore”, Latiano celebra il suo santo Bartolo Longo
“Torno in Valle di Pompei, ma lascio il mio cuore a Latiano”. Le parole semplici, ma cariche di affetto, scritte da Bartolo Longo nel 1925 su un biglietto oggi custodito con cura, raccontano il legame profondo e mai reciso tra il futuro santo e la sua città natale.
A pochi giorni dalla canonizzazione, Latiano, in provincia di Brindisi, si prepara a rendere omaggio al suo cittadino più illustre. Un uomo che, pur diventato figura di rilievo nella Chiesa universale, non ha mai smesso di portare nel cuore la sua terra d’origine.
Lo racconta, con orgoglio, don Salvatore Rubino, parroco di Santa Maria della Neve, chiesa madre di Latiano. “Bartolo Longo non solo fu battezzato tra queste mura, ma qui ricevette anche la Cresima, come attestano i registri parrocchiali e numerosi documenti autografi. Tornava spesso a Latiano, dove c’è tuttora la casa della sua famiglia, per riposare e trovare pace. Vi trascorse anche il penultimo anno della sua vita, dopo la morte della moglie, con l’intenzione di ritirarsi. Ma poi fu richiamato a Pompei, dove proseguì la sua missione fino alla fine. Nonostante i grandi impegni, non ha mai dimenticato la sua città: qui ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità.”
Un legame che si è tradotto in gesti concreti: Longo finanziò il restauro della chiesa madre, contribuendo alla realizzazione dell’altare maggiore, della balaustra, delle pile per l’acqua santa e all’acquisto dell’organo. Donò una copia del quadro della Madonna del Rosario e si fece promotore del recupero dell’antico ospizio per i poveri e della cappella di Santa Maria della Greca.
“Le sue opere di carità furono tante,” continua don Rubino, “segni tangibili di un amore concreto e radicato, rivolto soprattutto ai più fragili.
Latiano ha aspettato questa canonizzazione per 45 anni. L’attesa è stata lunga, ma l’entusiasmo oggi è immenso. È un evento che unisce davvero tutta la comunità.”
E la città si sta preparando con grande partecipazione. Le strade, i balconi e le case sono state ornate con lo stemma pontificio. Dal 15 al 18 ottobre, nella parrocchia di Santa Maria della Neve, si terranno inoltre dei momenti di preghiera in vista della canonizzazione che sarà presieduta domenica 19 ottobre da Papa Leone XIV.
Molti i fedeli che raggiungeranno Roma per assistere alla cerimonia sia autonomamente che in gruppo anche grazie ai pellegrinaggi organizzati dalla parrocchia e dalla diocesi. Ma il momento più toccante Latiano lo vivrà la domenica successiva, il 26 ottobre, quando si celebrerà una Messa solenne di ringraziamento presieduta dal vescovo di Oria, monsignor Vincenzo Pisanello, insieme a tutti i sacerdoti della diocesi. Durante la celebrazione, sulla statua di Bartolo Longo saranno poste una corona del rosario e un’aureola d’argento. Seguirà una grande processione a cui parteciperanno confraternite, scuole, cooperative sociali, associazioni culturali e sportive: un abbraccio collettivo al nuovo santo.
“Un uomo poliedrico – lo definisce don Rubino – la cui grandezza non può essere contenuta in una sola parola. Fu ideatore della facciata del Santuario di Pompei come simbolo di pace universale, promotore di una raccolta di 4 milioni di firme per la pace e candidato due volte al Premio Nobel per la pace con l’appoggio del Papa.”
Ma, accanto all’impegno sociale e civile, brilla soprattutto la sua profonda spiritualità: “Era un uomo centrato su Cristo, innamorato della Madonna e del Rosario, che considerava uno strumento potente di evangelizzazione e carità. Ha saputo trasformare la fede in azione concreta, soprattutto a favore degli orfani e dei figli dei carcerati. Si oppose ai modelli educativi del suo tempo – tra cui le teorie di Cesare Lombroso secondo cui la criminalità era considerato un tratto ereditario e biologico – convinto che solo l’amore, quello che viene da Dio, potesse formare buoni cristiani e cittadini responsabili.”
