Venerdì 12 settembre: presentazione del programma di Ascoltare leggere crescere in concattedrale San Marco in Pordenone

Educare alla pace in tempo di Guerra

1. Venerdì 12 settembre alle ore 20,30, nella concattedrale di S. Marco in Pordenone, ci sarà un incontro tra i professori Andrea Bigalli, Elisa Lelli e don Renato De Zan su un libro dal titolo: “Educare alla pace in tempo di guerra”. Il titolo è molto impegnativo. La lettura del testo è lineare, ma impegna perché richiede l’attenzione del lettore.

2. Non ci sono citazioni dotte che possano distrarre, anche se qua e là qualche citazione si trova, ma si integra benissimo con l’esposizione. Non ci sono note a piè pagina che interrompano la fluidità della lettura per apprendere delle nozioni che non sempre sono utili al filo del pensiero che si sta svolgendo. Non c’è una bibliografia che faccia pesare la conoscenza degli autori sulla possibile disinformazione del lettore. (rare volte, il suggerimento bibliografico ci scappa). C’è la solidità di un pensiero che nasce da una riflessione e da una esperienza educativa.

3. È un libro scritto come fosse un dialogo tra il vecchio professore (Andrea Bigalli) e una sua ex-alunna (Elisa Lelli), oggi anch’ella docente. Ambedue sono preoccupati di un problema. Le giovani generazioni, diversamente dalle generazioni precedenti (rappresentate dai due docenti) sembrano poco appassionate al tema della pace. Come riuscire a parlare loro di un tema così complesso e contemporaneamente delicato come il tema della pace?

4. Il libro tenta di tracciare un itinerario che è a portata di tutti. Tutto parte dall’esperienza della comunicazione e della relazione con chi può pensarla diversamente da noi: sono due elementi fondamentali per far nascere lo spirito critico. Poi via via, si affrontano tematiche come il conflitto, la guerra, la posizione della Chiesa, l’obiezione di coscienza, la non rassegnazione. Certamente non è facile parlare ai ragazzi che, più di qualche volta, fanno fatica a prendersi delle responsabilità. La sfida educativa, però, non può arrendersi. L’utopia della pace va sempre coltivata.