Pordenone, i 60 anni dei Vigili del Fuoco

Il Comando dei Vigili del Fuoco di Pordenone rappresenta da sessant’anni un presidio fondamentale per la sicurezza e la protezione civile della città e dell’intero Friuli Venezia Giulia. La loro attività quotidiana, contraddistinta da professionalità, prontezza e spirito di sacrificio, costituisce un punto di riferimento imprescindibile per i cittadini e per le istituzioni”.

Lo dice, in una nota, il consigliere regionale della Lega Lucia Buna presente oggi alle celebrazioni per il 60° anniversario della fondazione del Comando dei Vigili del Fuoco di Pordenone, una ricorrenza “di grande rilievo che ha visto la presenza delle principali autorità civili, militari e religiose”.

Buna, portando il saluto del Consiglio regionale, ha sottolineato come “questo anniversario non è soltanto un momento celebrativo, ma un’occasione per ribadire il valore del Corpo nazionale e per rinnovare il patto di collaborazione tra Regione, istituzioni locali, volontariato e comunità. Una sinergia che garantisce la diffusione della cultura della sicurezza e della prevenzione, rafforzando la protezione del territorio e delle persone, insieme a tutte le altre forze dell’ordine”.

Le celebrazioni hanno scandito un percorso che ha ripercorso la storia del Comando di Pordenone, confermando il ruolo strategico che i Vigili del Fuoco svolgono a servizio della collettività.

Nell’ambito dell’iniziativa si è svolto presso l’Ex Convento di San Francesco il convegno “Pordenone, da 60 anni città della cultura della Sicurezza con i Vigili del Fuoco”, durante il quale è stato presentato il Calendario 2026 dell’Associazione Vigili del Fuoco Pordenone, giunto alla sua tredicesima edizione. “Un appuntamento che unisce tradizione e impegno solidale che si estrinseca attraverso la grande famiglia che segue chi è impegnato in prima linea. I famigliari, infatti, e i volontari hanno un ruolo determinante in questo sistema di protezione e sicurezza e tutti insieme valorizzano il servizio svolto dal Corpo a favore della comunità”, conclude la nota