Bebelplatz, la notte dei libri bruciati a Pordenonelegge il 19 settembre

Non è un romanzo né un saggio in senso stretto: è il racconto drammatico di una delle notti più tristi della storia: quella del 10 agosto 1933 quando a Berlino in Bebelplatz i nazisti bruciarono pubblicamente libri non graditi prelevati (in quantità industriale) da biblioteche pubbliche e private. Ciò che fa più male è vedere una folla (tanti i giovani) esultante assistere a quel massacro morale. Se Joseph Goebbels proclama “L’uomo tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo di carattere”, in tempi non sospetti, cioè molti anni prima del nazismo, il poeta Heinrich Heine sostenne con visione profetica: “Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini”.
Questa triste pagina viene narrata da Fabio Stassi in “Bebelplatz. La notte dei libri bruciati” (ed. Sellerio), libro che viene presentato alle ore 17 di venerdì 19 settembre, quando l’autore è a pordenonelegge assieme ad Alberto Garlini.
Quella notte di fuoco a Berlino, però, non fu l’unica in Germania: in altre città, allora e in diverse altre occasioni, biblioteche vennero date a fuoco.
Stassi, allora, parte da quel 10 agosto per risalire a roghi analoghi che il potere perpetrò nel corso della storia, ben prima del nazismo e, ahinoi, anche dopo la Seconda guerra mondiale. In altre parole, l’uomo dalla storia nulla impara e il potere dittatoriale, di qualsiasi colore esso sia, continua ad avere paura dei libri, che son simbolo di libertà mentale.
Stassi si interroga sul ruolo della cultura e sulla cecità della guerra, indaga l’istinto di sopraffazione degli esseri umani. Alla fine compone un piccolo atlante della letteratura “dannosa e indesiderata” e rintraccia cinque scrittori italiani destinati alle fiamme dai nazisti: Pietro Aretino, il cantore della libertà rinascimentale; Giuseppe Antonio Borgese, cittadino del mondo e inguaribile utopista; Emilio Salgari, antimperialista amato in Sudamerica; Ignazio Silone, antifascista radicale; Maria Volpi, unica donna della lista, disinibita narratrice del piacere e dell’indipendenza femminile.
Quello di Stassi è un appassionato discorso in difesa di tutto ciò che trasgredisce la norma, un viaggio ricco di corrispondenze, colpi di scena e nuove interpretazioni, da Ovidio a Cervantes, da Arendt a Canetti, Sebald, Morante, Bernhard: un invito a disseppellire la biblioteca di Don Chisciotte. Perché la ribellione si impara leggendo, e ogni lettore, per qualsiasi potere, “è sempre una minaccia”.
Tuttavia, come si legge nella fascetta di copertina, Björn Larsson sostiene che “Bebelplatz, nonostante la sua attualità, è un libro paradossalmente di speranza”. E allora speriamo in un mondo nuovo dove i libri si leggono e non si bruciano.
Nico Nanni