Chiesa
Pace: mons. Ricchiuti (Pax Christi) da Taybeh in Cisgiordania, “sogno una marcia dall’Egitto a Gaza con 500.000 persone”

“Per amore di questi popoli non taceremo. Andiamo avanti con coraggio, fermezza e determinazione e continuiamo il nostro cammino. Shalom, Salam. E speriamo nella pace tra questi due popoli”. Queste le parole del vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, in collegamento da Taybeh, un villaggio cristiano in Cisgiordania, a 15 km da Gerusalemme, dove si trova oggi il gruppo della campagna “Ponti non muri” di Pax Christi, di cui faceva parte anche don Nandino Capovilla, il parroco di Marghera espulso lunedì all’aeroporto di Tel Aviv dalle autorità israeliane. Durante la conferenza stampa in corso oggi nella parrocchia di Marghera mons. Ricchiuti ha espresso un sogno di pace: “Una marcia di 500.000 persone che parta dall’Egitto e arrivi a Gaza. Saremmo contenti se venissero Papa Leone, il card. Pizzaballa, gli imam, il rabbino capo e il patriarca ortodosso. Loro avanti e noi dietro, percorrendo le strade di Gaza devastate”. Nel pomeriggio il gruppo incontrerà il patriarca emerito Michel Sabbah e venerdì il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme: “Ci uniremo alla sua richiesta di riprendere i pellegrinaggi”.
“Qui a Taybeh la situazione è caldissima in tutti i sensi, per tutto ciò che stiamo vivendo e ascoltando. Siamo vicini a don Nandino e turbati per quanto successo”, ha detto mons. Ricchiuti, raccontando di aver incontrato finora a Gerusalemme una associazione di attivisti israeliani, i responsabili dell’Ocha (Nazioni Unite), un centro di formazione e una biblioteca gestiti da palestinesi, che hanno vissuto la terribile esperienza delle carceri israeliani. La comunità cristiana di Taybeh ha subìto di recente minacce e assalti, e sono state appiccati incendi. In seguito a questi episodi, c’è stata la visita di solidarietà del patriarca, il card. Pierbattista Pizzaballa. Le inchieste israeliane hanno smentito che siano stati i coloni. Qualche giorno dopo è stata bombardata la parrocchia di Gaza.