Chiesa
V Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Segni di speranza

A fine settimana si festeggiano sant’Anna e san Gioacchino, genitori di Maria e nonni di Gesù. Allora ti viene in mente che Papa Francesco, 5 anni fa, ha deciso che questa è la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani a cui ha dedicato il primo messaggio intitolato Io sono con te tutti i giorni. Quest’anno tocca a Papa Leone scrivere, e allora cerchi sul computer – anche noi nonni siamo un po’ tecnologici – si trova il messaggio Beato chi non ha perduto la sua speranza.
Leggi il messaggio, lo rileggi e ti accorgi che Papa Leone scrive bene, si capisce tutta la positività del suo pensiero. Parte dal citare “uomini e donne già avanti negli anni” presenti nella Sacra Scrittura e intitola un paragrafo “Gli anziani, segni di speranza”.
Sono citati i gesti degli anziani a partire da Giacobbe e sono sottolineati gli esempi di fede e di devozione che i nonni rappresentano per i giovani, per i nipoti, per le comunità del passato e del presente.
Poi il Santo Padre ci ricorda che anche gli anziani hanno bisogno di ricevere “segni di speranza”, cioé hanno bisogno dell’attenzione della comunità tutta per uscire “da solitudine e abbandono”.
È molto significativa e profetica questa sottolineatura di reciprocità che le nostre famiglie e le nostre comunità hanno bisogno di realizzare tra anziani e giovani.
Continuando la lettura del messaggio si trova l’esplicito invito del Papa fatto a “ogni Parrocchia, ogni Associazione” a “fare visita frequentemente agli anziani” per portare loro un aiuto e per imparare a pregare assieme.
Ovviamente la conclusione del messaggio di Papa Leone si intitola “Da anziani si puo’ sperare” e contiene un esplicito invito agli anziani ad essere “segni luminosi di speranza” usando proprio le parole pronunciate da Papa Francesco qualche giorno prima della sua morte.
Il tesoro di esperienze, fatte di gioia e di fatiche e di dolori, che tutti i nonni hanno accumulato non deve assolutamente stare chiuso in un cassetto. Ancora di più in questi terribili tempi dove ogni giorno il telegiornale ci ricorda che muoiono, uccisi da terribili bombe, centinaia di bambini, di giovani, di adulti, di anziani.
L’esperienza dei nostri nonni e dei nostri bisnonni che hanno vissuto sulla loro pelle la guerra può essere occasione di riflessione personale e comunitaria: la guerra è solo distruzione.
Speriamo ancora tutti che l’appello alla pace di Papa Leone trovi vero ascolto e non formale adesione.
Maria Josè Mores