Friuli Occidentale
Lutto nel giornalismo: addio a Sigfrido Cescut

È deceduto per infarto nella serata di martedì 1 luglio, il giornalista Sigfrido Cescut, 71 anni, collaboratore del Messaggero Veneto dall’area pedemontana, già consigliere comunale di Aviano, volto dell’Anpi pordenonese. Aveva compiuto 71 anni il 22 giugno. Proprio nei giorni scorsi aveva partecipato al raduno di Piancavallo dove aveva parlato del suo libro “La terza lettera”, patrocinato da Anpi e Circolo della stampa di cui era consocio, scritto a quattro mani con Martina Tiberti, di Roma. L’argomento è la storia dell’amore infelice fra il comandante partigiano Luciano Pradolin e la francese Gaby Vincent, raccontato nel contesto della lotta partigiana nel Friuli Occidentale.
Cescut è stato promotore del monumento che ricorda la fucilazione di Franco Martelli e degli altri dieci partigiani fucilati nel 1944 nell’area dell’ex caserma che prende il nome appunto dal comandante Martelli.
Assieme a Pietro Angelillo aveva firmato diverse pubblicazioni per l’Istituto per la storia del movimento di Liberazione di Pordenone.
Militante di sinistra, dal 1974 al 2002 fu iscritto al Pci, Pds e Ds. Aveva ricevuto il Premio Cigana. Diplomato in ragioneria era stato operaio poi magazziniere alla Zanussi. “Collaboratore instancabile e corrispondente puntuale del territorio di Aviano. Quante telefonate per dare informazioni: “Ciao, son mi, Sigfrido… “. È stato operaio e magazziniere di Electrolux fino alla pensione, battendosi per i diritti dei lavoratori, per poi dedicarsi anima e corpo all’Associazione nazionale partigiani” così lo ricorda Giuseppe Ragogna, già vicedirettore del quotidiano Messaggero Veneto.
Lascia la moglie cui vanno le più sentite condoglianze, così come ai colleghi, agli associati del Circolo della Stampa e dell’Istituto per la storia del movimento di Liberazione.
Il comunicato del Circolo della Stampa di Pordenone
Il Circolo della stampa di Pordenone è in lutto per la morte di Sigfrido Cescut, consocio e collega tra i più attivi e i più sensibili, sicuramente uno dei protagonisti del mondo dell’informazione del Friuli Venezia Giulia. Cescut era combattivo e sempre alla ricerca della notizia, con il fiuto del cronista e l’onestà di chi non accetta il compromesso.
Era un pubblicista, vale a dire un giornalista non professionista perché il giornalismo era stato per lui un’occupazione parallela ai mestieri che aveva dovuto praticare per vivere. Ma la qualità del suo lavoro era di alto livello professionale. Da molti anni collaboratore del Messaggero Veneto, aveva firmato numerosissimi servizi su ogni argomento possibile per la cronaca di Pordenone e per gli altri settori del giornale, dalla cronaca alla cultura, allo sport. Da quando era andato in pensione si era dedicato con maggiore intensità a questo impegno che era per lui anche una missione, per il diritto e il dovere di informare e per il desiderio genuino di verità.
Per alcuni di questi reportage aveva ottenuto numerosi riconoscimenti nell’ambito del concorso giornalistico nazionale “Premo Simona Cigana” , del Circolo della stampa di Pordenone.
«Sigfrido non era un semplice cacciatore di notizie – commenta il presidente del Circolo della stampa, Pietro Angelillo – per anni era stato mio attivo coautore di libri di storia contemporanea, soprattutto nel settore della lotta di resistenza al nazifascismo. Ricercatore appassionato e attento condivideva con me la necessità della ricostruzione di una storia locale che non era mai stata narrata o descritta poco, pur essendo legata al nome di protagonisti immeritatamente ignorati o non evidenziati nella maniera più adeguata. Una storia, spesso, di umili, ma anche di personaggi a tutto tondo che avevano dato la vita per la conquista della libertà e della democrazia».
Per onorare questo senso di giustizia aveva proposto di dedicare il Circolo della stampa a Eleonora de Fonseca Pimentel, patriota napoletana del Settecento, giornalista, poetessa, protagonista della breve rivoluzione repubblicana di Napoli nel 1799.
Era una delle persone più intellettualmente oneste. Non dimenticheremo mai il suo messaggio umano e professionale.