Il creato che abbiamo alterato

L’alternanza caldo torrido ed eventi estremi faranno comprendere per via diretta e sperimentale quel che esperti poco presi in considerazione sostengono da anni? Il cambiamento climatico è qui, sta cambiando il nostro bel pianeta, mettendo in pericolo la biodiversità e in difficoltà le nostre vite. Lo dicono le piogge torrenziali che i canali non riescono più a contenere e ancor meno possono asfalti e cementi con cui abbiamo ricoperto le città. Lo dicono le frane che si staccano impetuose dai monti come le temperature elevate e persistenti per giorni e notti, che costringono a cambiare abitudini e perfino a deliberare nuovi orari di lavoro per chi è esposto al sole e cassa integrazione sopra i 35 gradi.

Ormai la correlazione tra emissioni da fossili, inquinamento e cambiamento climatico è cosa certa. E’ di questi giorni l’esito di una ricerca internazionale, resa nota il 3 luglio nel terzo anniversario della tragedia della Marmolada e delle sue undici vittime: la prima causa della valanga è stata l’accelerata fusione nivale – glaciale dovuta alle alte temperature.

L’Europa è infuocata: il nord ha sperimentato temperature mediterranee, Parigi ha chiuso ai turisti la Torre Eiffel, la Spagna ha registrato un picco di decessi da caldo, Creta è andata letteralmente a fuoco, in Italia ci sono zone in cui si è sciolto l’asfalto.

Tutto il bacino del Mediterraneo è rovente con temperature superiori alla norma fino a 5°: calda la terra, calda l’acqua del mare. Questo non solo altera gli equilibri di flora e fauna marini, ma è causa di una forte evaporazione. Quando una perturbazione arriva col suo carico d’aria fredda, incrociandosi con la nostra aria rovente, causa repentini cambi di stato: da vapore ad acqua a ghiaccio. Ed ecco le grandinate e i temporali a forte intensità e con molte scariche elettriche: tutta l’energia accumulata si deve dissipare.

Il mondo non è impazzito, siamo noi che lo abbiamo inquinato troppo. Dopo gli esperti anche papa Francesco, ben dieci anni fa con la sua “Laudato Si’”, aveva lanciato l’inascoltato allarme: “L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano”. Nell’enciclica era già chiara la correlazione tra salute del pianeta e quella dell’uomo come la consapevolezza della responsabilità diretta dell’uomo nell’alterazione del clima a causa delle emissioni, figlie di abnormi e sempre crescenti consumi di energia: “Numerosi studi scientifici indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di gas serra (biossido di carbonio, metano, ossido di azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell’attività umana”.

L’umanità non si è fatta turbare troppo: né dalle parole degli esperti, né da quelle del papa, né dagli appelli di Greta Thunberg che accesero solo i giovani studenti con i loro venerdì per il clima. A livello politico ci sono state delle linee guida miranti a limitare le emissioni di Co2 ma la pratica non è stata all’altezza della teoria, anche per le diverse linee di pensiero tra i vari partiti politici come tra i vari leader del mondo: per convenienza talvolta ma anche perché rivoluzionare un sistema di vita e di spostamenti globali implica tempo e molte risorse quindi abbisogna pure di parecchia convinzione, che è di fatto mancata.

Nel frattempo le temperature del mondo sono continuate a salire ben oltre quel grado e mezzo di contenimento fissato dagli accordi di Parigi. Non solo, nonostante varie catastrofi segnino le cronache – e le vite – di molte parti del mondo (si pensi alla luttuosa sciagura in Texas costata almeno 82 morti), una parte di chi decide le sorti del mondo è al momento più attenta agli arsenali che non alla difesa di uomini e pianeta.

Chi, come Francesco, ha ritenuto imprescindibile la questione clima è stato papa Leone XIV: ha introdotto nel Messale romano la Missa pro custodia creationis (la Messa per la custodia della creazione) da celebrarsi ogni anno il 9 luglio. Non solo: il 2 luglio ha pubblicato il messaggio per la decima Giornata del creato (1° settembre), nel quale esplicita che la terra sta cadendo in rovina e gli uomini con essa, a partire dai più fragili, dai più poveri, dagli ultimi. Come egli stesso scrive: “E’ tempo di passare dalle parole ai fatti”. E’ tempo di agire: questo male comune non si farà mezzo gaudio.

Simonetta Venturin