Cultura
Avostanis dal 29 luglio la 6 settembre

Dopo l’anteprima dell’11 luglio che ha omaggiato Rodolfo Kubik con la commedia musicale “Furlans pal mont”, Avostanis 2025 entra nel vivo del programma, dal 29 al 6 settembre con dieci appuntamenti e una mostra di arte contemporanea, integrati da un evento conclusivo.
Il progetto della XXXIV edizione della rassegna è realizzato dall’Associazione Culturale Colonos, finanziato da Regione Friuli-Venezia Giulia e ARLeF con contributo di Fondazione Friuli, con il sostegno di Distillerie Nonino, Civibank Sparkasse, e grazie alla collaborazione di: Comune di Lestizza, Comune di Aquileia, Teatri Stabil Furlan, Associazione musicale e culturale Armonie APS, Centro Studi David Maria Turoldo, Narodna in šudijska knjižnica – Gorizia Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, Società Filologica Friulana, Sinagoga di Gorizia, Galleria regionale di Arte contemporanea Luigi Spazzapan, Associazion Glesie furlane APS, Clape di culture Patrie dal Friûl APS, Associazion culturâl Furclap APS.
Così Federico Rossi, presidente dell’Associazione Culturale Colonos e direttore artistico di Avostanis, spiega il tema della trentaquattresima edizione della rassegna estiva a Villacaccia di Lestizza:
«Oltris è una parola friulana che non si trova nei dizionari né in lingua friulana né italiana. È un avverbio plurale, eppure la parola esiste ed è viva, e dà il nome a un piccolo borgo della Carnia, che si trova nel comune di Ampezzo, al di là del Lumiei. Tito Maniacco, che aveva frequentato questo luogo per alcuni anni in estate, aveva intitolato proprio “Oltris” il suo ultimo libro di poesie, che tra l’altro comprendeva per la prima volta alcune composizioni in friulano. Per questa edizione di Avostanis abbiamo adottato il termine per la sua forza evocativa, che apre al superamento dei confini e all’esplorazione di nuovi ‘altrove’ da realizzare attraverso la resistenza e l’utopia. Oltris – scriveva Maniacco in una sua poesia – al è il plui biel paîs dal mont. È il più bel paese del mondo».
PROGRAMMA
Si comincia martedì 29 luglio alle ore 21.00 con RadioZastava in concerto: “Verso Gorizia e l’Europa”. Sul palco Gabriele Cancelli (tromba e cornetta), Nico Rinaldi (sax alto), Walter Grison (sax tenore), Davide Cej (fisarmonica, sintetizzatori e live fx), Watta Sguazzin (basso elettrico), Stefano Bragagnolo (batteria, percussioni), Peda Pijunović (grancassa).
Onirici energetici travolgenti eclettici irriverenti: i RadioZastava sono un collettivo unico nel variegato scenario delle band europee dal background etno-balcanico. Nata nella migliore Gorizia multiculturale e plurilingue come marching band, composta da musicisti friulani, sloveni e bosniaci, la formazione vanta tournée in tutta Europa. Ha condiviso il palcoscenico con artisti di fama mondiale come Kultur Shock, Boban Marković, Emir Kusturica & The No Smoking Orchestra, Modena City Ramblers e diversi altri.
Per l’evento sarà attivo dalle 19.30 Fast Mood, un servizio fast-food di qualità.
Sabato 2 agosto, h 21.00 “Cantata per il Cid. Slanci di libertà per i giorni che verranno”, con Danilo De Marco, Angelo Floramo, Massimo Somaglino Fisarmonica Paolo Forte Coro Nicoletta Taricani, Caterina De Biaggio, Michela Franceschina, Chiara Di Gleria. La composizione e l’arrangiamento musicale sono di Nicoletta Taricani. Le fotografie di Danilo De Marco Il montaggio video di Andrea Trangoni. La regia è firmata da Massimo Somaglino. Evento in collaborazione con il Festival vicino/lontano. Così Angelo Floramo spiega il progetto: «Raccontare uno che fu maestro senza chiederlo, e lo fu suo malgrado, per quella piega che talvolta la vita ci impone, non è facile. Non è scontato. Allora abbiamo pensato che la cosa migliore fosse quella di lasciar parlare lui. Come chi? Lui, il Cid in persona. Il testo nasce dalla meticolosa giustapposizione di quei frammenti. Li abbiamo disposti a tessera di mosaico, con pazienza, con attenzione, in punta di piedi, con rispetto e pudore. Le altre parole, che con queste intessono tele di dubbi, reminiscenze, ricordi, emozioni, sono quelle di Danilo. Che idealmente parla con quel maestro. Lo chiama, lo interroga. Non per illuminare il tempo che è andato, ma questo nostro, drammatico e privo di speranza».
A seguire, alle ore 22,30, si terrà l’inaugurazione della mostra collettiva di arte contemporanea “Oltris”, presentata da Angelo Floramo. Opere di: Matteo Attruia, Michele Bazzana, Ludovico Bomben, Elio Caredda, Elio Ciol, Sergio Cocetta (Cid), Beppino de Cesco, Riccardo De Marchi, Danilo De Marco, Roberto Kusterle, Tito Maniacco, Lorenzo Mattotti, Manuela Sedmach, Nicola Toffolini.
Per l’evento sarà attivo dalle 19.30 Fast Mood, un servizio fast-food di qualità.
Giovedì 7 agosto alle ore 21.00 (in caso di maltempo, la sera dopo), verrà presentato e proiettato “Lingua mater”, documentario di Massimo Garlatti Costa. Si tratta di una coproduzione Belka Media e Raja Films. Introdurrà Giulio Pagotto, in dialogo con l’autore. Di fronte al grave pericolo di omologazione o cancellazione che tutte le lingue, minori e non, stanno affrontando in questo momento storico, in un colorato mosaico di interviste ed emozioni raccolte in sei anni di ricerche e viaggi – dall’Europa all’Africa e al Sud America – il documentario esplora i sentimenti legati alla lingua madre delle persone e la lotta delle comunità per la sopravvivenza delle lingue minoritarie, quelle legate all’affetto, seguendo le rotte commerciali delle mastodontiche navi che solcano mari e oceani e collegano porti e popoli. Il viaggio si conclude a Buenos Aires, in una piccolissima ma attiva comunità di friulani che cercano di mantenere viva la loro lingua e la loro cultura.
Mercoledì 13 agosto alle ore 21.00, verrà presentato in anteprima il libro “Ognun al bale cun sô agne” di William Cisilino in dialogo con Paolo Mosanghini, con letture di Paolo Mutti e i disegni dal vivo di Daniel Cuello. Questo nuovo libro, che giunge dopo “O sin dal gjat” e “Mi capìs ben me” sempre dello stesso autore, è un viaggio brillante nel cuore della friulanità, attraverso le parole che lo rappresentano.
«Uno degli aspetti più originali di questo libro – ha scritto Flavio Santi – è la sua capacità di mescolare riflessione e umorismo, trasformando ogni parola in una chiave d’accesso alla cultura friulana». Partendo dalla rubrica del Messaggero Veneto “La Parola della Settimana”, Cisilino ha confezionato un piccolo “manuale di istruzioni” sul Friuli d’oggi. Un omaggio alla “marilenghe” colta nella sua realtà sociale e antropologica, e al suo potere evocativo. Perché, in fondo… “Ognun al bale cun sô agne”.
Martedì 19 agosto, alle ore 21.00 in scena nell’aia dei Colonos “Strumîrs e zambarlans” di Alviero Negro, una produzione Teatri Stabil Furlan. L’adattamento drammaturgico e la regia sono di Ferruccio Merisi, le musiche di Marco Maiero. Numerosi gli attori e le attrici coinvolte: Paola Aiello, Manuel Buttus, Serena Costalunga, Flavio D’Andrea, Maurizio Fanin, Alessandro Maione, Paolo Mutti, Nicoletta Oscuro, Jacopo Pittino, Federico Scridel Coro: Juliana Azevedo, Caterina Di Biaggio, Laura Giavon, Alba Nacinovich, Danilo Favret, Stefano Monino, Pierluigi Manzoni, Simone Zolett.
Uno degli autori friulani maggiormente ispirati dall’impegno civile racconta la rivolta popolare più vasta e tragica del Rinascimento italiano, passata alla storia come ‘la crudel zobia grassa’: le violenze del 1511 che, dalla città di Udine si estesero a tutto il Friuli con massacri e saccheggi ai danni della nobiltà locale, già divisa in due fazioni in lotta, parte con i veneziani, parte con gli Asburgo. Nel testo sono contrapposti la classe nobiliare ed il sottoproletariato rurale. Da un lato vengono analizzate le trame del potere nobiliare nel contesto amministrativo e nella paventata situazione di pericolo per l’invasione straniera, dall’altro viene fatto rilevare come il popolo rimanga escluso dalla storia, patendone eventualmente solo le conseguenze.
Sabato 23 agosto, alle ore 18.00 nella sala consiliare di Aquileia, verrà presentato in anteprima “La gnot di Maqor”, il libro illustrato sull’indagine aquileiese di don Gilberto Pressacco, una graphic novel di Fiorenzo Innocenti con traduzione friulana di Gottardo Mitri. Presenta Stefano Montello, in dialogo con l’autore. Introducono l’incontro don Romano Michelotti e Federico Rossi.
Questa nuova graphic novel racconta una storia avvincente, riuscendo nell’intento di descrivere con rigore storico e teologico, e al tempo stesso con estro creativo, gli esiti delle affascinanti ricerche condotte da don Gilberto Pressacco sulla straordinaria originalità della primitiva chiesa di Aquileia.
Il racconto attinge a un materiale interdisciplinare e magmatico che insieme agli studi di Guglielmo Biasutti e Renato Jacumin ha segnato un cambiamento di paradigma nella comprensione delle radici storiche friulane e nella percezione di un nuovo senso dell’identità.
L’autore ha la rara capacità di trasformare una materia ostica in una narrazione accattivante, capace di appassionare anche le nuove generazioni. Il progetto editoriale è realizzato insieme all’Associazione Glesie furlane APS.
Mercoledì 27 agosto alle ore h 21.00, si terrà il concerto “Una terra per tante voci” con il coro “Le cicale”, a cura e con la direzione di Giuseppina Casarin, e con la collaborazione di Valter Colle.
Un percorso musicale attraverso i confini delle varie espressioni, modi e stili del canto di tradizione orale, che testimonia la ricchezza e la molteplicità culturale delle comunità del nostro territorio.
In questo nuovo progetto, il concetto di “confine” geografico, storico, orografico e psicologico assume il valore di nuova opportunità di conoscenza e di scambio tra saperi musicali diversi, ad alto potenziale creativo e di contaminazione. I grandi temi della vita – ninne nanne, canti rituali, di lavoro, emigrazione e guerra – vengono celebrati nella memoria di un patrimonio di civiltà, che ha trovato espressione grazie alla creatività popolare, nei suoi diversi modi di “sentire” e nella ricchezza delle molte lingue.
Per l’evento sarà attivo dalle 19.30 Fast Mood, un servizio fast-food di qualità.
Sabato 30 agosto, alle ore 21.00, ritorna l’appuntamento che scova e svela i progetti culturali in divenire in Friuli: “Prove aperte di cultura friulana”, un progetto a cura di Federico Rossi. Racconteranno idee, lavori e sperimentazioni sul palco: Gianni Cantarutti, Roberto Foglietta, Franco Sarcinelli, Nicola Pinton e Piera Patat, e Leo Virgili. Le musiche saranno eseguite da Alessio de Franzoni (piano), Luca Degrassi (basso), Federico Canciani (percussioni). Presenta Martina Delpiccolo. Nel corso della serata verrà presentata una xyloteca, che conserva legni da tutto il mondo; e poi un recital per raccontare l’anima di un paese; una nuova produzione discografica di musica friulana; un gioco di società con i benandanti; e un documentario tra le tende del sisma del ’76.
Il patrimonio linguistico e culturale di un popolo è radicato nella storia e in una tradizione millenaria, ma deve alimentarsi attraverso la capacità di interagire con il presente, guardando avanti. È in un’ottica progettuale che “Prove aperte di cultura friulana” getta uno sguardo prospettico sul Friuli attuale, colto nel suo aspetto di laboratorio di nuove idee, di creatività, di ricerche e sperimentazioni, del suo essere in divenire, mettendo in luce capacità di elaborazione culturale e innovazione artistica.
Per l’evento sarà attivo dalle 19.30 Fast Mood, un servizio fast-food di qualità.
Giovedì 4 settembre alle ore 15.00, appuntamento con “Ritorno a Gorizia”, un’escursione storica e culturale nei luoghi-simbolo di una piccola Europa con interventi di Hans Kitzmüller, nella Biblioteca statale isontina, di Andrea Bellavite al Trgovski Dom, Vanni Feresin nella Casa Ascoli, Marco Grusovin presso la Sinagoga. Le prenotazioni si possono effettuare durante gli appuntamenti di Avostanis. Il costo della partecipazione è di 10 euro.
Spiega Hans Kitzmüller: «Quella del ’15-’18 non fu una “Quarta guerra d’indipendenza”, perché tutti i censimenti riportavano un territorio della Contea di Gorizia e Gradisca con una maggioranza di lingua slovena, ma una guerra di occupazione che poi, con il fascismo, avrebbe portato alla sopraffazione di tutte le sue componenti etniche a vantaggio di quella sola italiana, contro gli stessi ideali risorgimentali di Giuseppe Mazzini. Penso che questa città sia stata unica, e che possa essere interessante non per nostalgie asburgiche, che considero sciocchezze, ma per il livello degli intellettuali che è riuscita a esprimere. Simbolo di una città che non è un’utopia, ma l’attuale ideale europeo di una cultura multilingue».
Sabato 6 settembre dalle ore 8.00 alle ore 19.00 (in caso di maltempo, domenica 7 settembre) si svolgerà “A brene vierte”, la gara artistica a cura di Michele Bazzana. Artisti partecipanti: Giovanni Boscolo e Giona Rossetto – Arianna Ellero – Fabien Marques – Caterina Erica Shanta – Valentina Bobbo – Manuel de Marcopar
Di buon mattino, alle ore 8.00, ha inizio l’avventura. Nel pomeriggio, alle ore 18.00 si terranno la votazione popolare e la premiazione dei lavori svolti.
Si tratta di un evento unico nel panorama artistico regionale, giunto alla quinta edizione. Sei squadre di artisti si mettono in gioco con estro creativo e spirito ludico per realizzazione altrettante opere site specific, servendosi esclusivamente dei materiali di scarto disponibili nell’aia colonica: oggetti di materiali diversi, ferri vecchi, cartoni e plexiglas, plastica, strutture in legno… Poi le opere saranno presentate al pubblico, che nella veste di giuria popolare decreterà il verdetto attraverso apposite schede di votazione.
L’evento sarà documentato attraverso un video e relativo DVD, la cui presentazione ufficiale si terrà il 25 ottobre a Gradisca d’Isonzo, presso la Galleria regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan.
In coda agli eventi della rassegna, domenica 5 ottobre alle ore 15.00, nel cortile dei Colonos, sarà la volta di “Stin dongje ae Patrie”: buona musica, performances creative e qualche utile riflessione con un momento conviviale.
Quattro anni fa, al teatro San Giorgio di Udine, musicisti, attori e scrittori vollero dimostrare la loro vicinanza a “La Patrie dal Friûl”, lo storico mensile in lingua friulana fondato nel 1946 da pre Bepo Marchet e da sempre simbolo della battaglia identitaria del popolo friulano.
L’anno scorso si è deciso di spostare l’evento ai Colonos ritenendo che questo luogo, per quanto ha dato alla coscienza e alla conoscenza del Friuli, rappresentasse la sede ideale per una nuova esperienza della manifestazione. Anche quest’anno si rinnoverà questo momento di festa, tra cultura e convivialità. Sarà pure un’occasione di incontro e di scambio di esperienze tra associazioni e persone impegnate per il Friuli.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero. Programma aggiornato su: www.colonos.it, Facebook e Instagram.