Facoltà teologica Triveneto ad Aquileia: card. Parolin, “tenere fisso lo sguardo su Gesù”

“Sguardi innocenti, pieni di stupore, di curiosità, di attesa. Sono gli occhi dei compaesani di Gesù, fissi su di lui mentre parla in sinagoga all’inizio della sua predicazione: come vorremmo che la Chiesa fosse così!”. Lo ha detto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, nell’omelia della messa celebrata oggi nella basilica di Aquileia in occasione del pellegrinaggio giubilare dei docenti e degli studenti della Facoltà teologica del Triveneto e degli altri istituti accademici di scienze religiose presenti nella regione ecclesiastica. Secondo il porporato “si realizzerebbe la splendida raccomandazione della Lettera agli ebrei, che invita a tenere lo sguardo fisso su Gesù, a non essere comunità piegata su se stessa né preoccupata di catturare l’attenzione del mondo”. Parolin ha quindi citato alcune fra le prime parole di Papa Leone XIV nella Cappella Sistina: “Un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità è sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché lui sia conosciuto e glorificato”.
“Tenere lo sguardo su Gesù è il compito primo della teologia – ha affermato il segretario di Stato –. A voi, che siete impegnati in questo ministero fondamentale per la vita della Chiesa, è data la meravigliosa possibilità di rinnovare continuamente tale incanto contemplativo. In questo modo è possibile accogliere un ministero che va studiato e indagato con il rigore degli studi, certo, ma che va amato con la tenerezza degli affetti e va declinato con una passione autentica per l’umanità dolente di oggi. Mistero che ci viene donato in modo del tutto speciale nell’Eucaristia, per la quale va continuamente coltivato lo ‘stupore eucaristico’, da cui si impara a trasformare la parola proclamata in vita vissuta”.
“Il convenire in questa basilica oggi da parte delle istituzioni accademiche, nell’attuale contesto socio-culturale – contrassegnato da una parte dalle crescenti sfide e opportunità e dall’altra dalle vicende dolorose della situazione mondiale – consegna il compito di far vedere che l’ ‘oggi’ di Dio è possibile anche qui, in un continuo raccordo tra la Parola di Dio, la vita sacramentale della Chiesa e la prassi concreta delle comunità cristiane dentro il contesto di società civili sempre più diversificate. Queste istituzioni accademiche vanno considerate come uno dei segni più belli della vitalità delle nostre Chiese”, ha osservato il cardinale. Infine una nota personale: “È commovente per me tornare qui, nel luogo da cui proviene anche la mia fede, che dà senso e sapore alla vita. Una fede che gratuitamente abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni”.