Ulss4: strumenti di ultima generazione per lo screening del tumore al collo dell’utero

L'ospedale di Portogruaro

Strumenti di ultima generazione per migliorare ulteriormente la qualità dello screening di secondo livello del tumore del collo dell’utero.Nelle unità di ostetricia e ginecologia ospedaliere di San Donà e Portogruaro sono stati infatti acquisiti, e già in uso, due nuovi colposcopi con i quali il personale può eseguire colposcopie con la visione ottimale del collo dell’utero.

La colposcopia è un esame ginecologico con il quale il medico può riscontrare la presenza di zone modificate del collo dell’utero in cui può essere necessario effettuare un ulteriore accertamento con biopsia. Grazie a uno schermo integrato, questi strumenti permettono inoltre alla paziente di osservare in diretta cosa vede il ginecologo durante l’esame, e ciò determina una maggior consapevolezza nella donna di quello che succede durante la procedura. Inoltre la strumentazione permette la stampa e l’archiviazione delle immagini come da linee guida delle Società Italiane di colposcopia.

Non solo. Nelle unità di Ostetrica e Ginecologia di San Donà e Portogruaro, dirette rispettivamente dalla dottoressa Marika Soldà e Gian Luca Babbo, oltre a trattare ambulatorialmente (senza ricovero) le lesioni precancerose del collo dell’utero, recentemente è stato attivato anche il servizio che permette alle donne in trattamento per displasia di alto grado di eseguire gratuitamente, in sede di intervento, la prima dose di vaccino per il papillomavisrus (HPV) evitando di dover recarsi al centro vaccinale; lo stesso vale per le pazienti che eseguono la procedura in regime di Day Surgery. L’avvenuta somministrazione della prima dose viene poi subito segnalata al Servizio Igiene e Sanità Pubblica che il giorno stesso provvede a programmare e a comunicare alla paziente le date per le successive due dosi che verranno da effettuarsi nella sede del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 4.

“Le donne trattate per displasia grave, nonostante la risoluzione della lesione e la negativizzazione del virus, presentano maggiori probabilità di positivizzarsi per altri tipi di virus e di sviluppare altre lesioni sul collo dell’utero e/o vagina – osserva la dottoressa Soldà -. La possibilità di vaccinare le pazienti già trattate per lesioni precancerose del collo dell’utero ha dimostrato una riduzione fino al 60% del rischio di recidiva sia nel collo dell’utero che nella vagina e nella vulva, riducendo quindi anche il rischio di ammalarsi di tumori”.

L’offerta vaccinale. Attualmente in Veneto l’offerta vaccinale gratuita per il papillomavirus è rivolta ai ragazzi (femmine e maschi) di 12 anni, età in cui la vaccinazione garantisce la massima efficacia protettiva. Nei ragazzi di età inferiore ai 15 anni è sufficiente eseguire due dosi di vaccino nonavalente (contro 9 tipi di papilloma virus che più frequentemente si associano a tumori del collo dell’utero, della vagina, della vulva, del pene, dell’ano, dell’oro-faringe e a condilomi genitali).

La vaccinazione effettuata prima dei 15 anni di età è in grado di prevenire oltre il 90 % delle forme tumorali associate al papilloma virus, ciò non toglie che sia comunque indispensabile aderire anche ai programmi di screening, offerti gratuitamente alla popolazione secondo le modalità previste.