Appuntamenti
La sindone sfida alla scienza moderna, con Giulio Fanti

La rassegna “Viaggiare” di Aladura continua venerdì 7 marzo alle 20.30 nell’Auditorium Vendramini (in replica per le solo scuole sabato 8 alle 9) con lo scienziato Giulio Fanti. Aladura propone un interessante e stimolante incontro sulla Sindone – di cui verrà esposta una copia in scala naturale – sulla base delle recenti scoperte guidate dal professor Giulio Fanti, uno dei massimi esperti mondiali sulla materia e depositario di micro-campioni originali prelevati ufficialmente dalla stessa. Nel 1988 fu eseguita una datazione della Sindone al Carbonio 14, analisi che la dichiarò erroneamente medievale; lo stesso test, oggi rivisto in un’ottica più aggiornata, sembra essere il primo indizio scientifico di una particolare esplosione di energia. Infatti la radioattività selettiva individuata nella Sindone è riconducibile all’effetto di un’esplosione di neutroni. Sono stati eseguiti altre decine di migliaia di studi sulla Sindone – alcuni dei quali verranno documentati durante la serata – ma nessuno di questi è riuscito ad arrivare a prove rigorosamente definitive sulla sua autenticità.
Inoltre è noto che l’immagine corporea impressa sulla Sindone non è ancora riproducibile in tutti i suoi dettagli; ciò mette ulteriormente in crisi la Scienza e la Tecnica del terzo millennio. Questa affermazione è stata anche confermata da diversi studiosi di tutto il mondo che hanno pubblicato una lista di 148 caratteristiche della Sindone da considerare se si vuole costruire un’ipotesi attendibile di formazione dell’immagine corporea che è generata da un invecchiamento precoce del rivestimento delle fibrille di lino spesso meno di un micrometro.
Tutte queste caratteristiche per il momento si possono riprodurre separatamente su diversi campioni, ma non è ancora possibile riprodurle tutte insieme su un unico lenzuolo. Il fatto che oggi non si possa riprodurre la Sindone non implica che mai si riuscirà a farlo, ma attualmente la Scienza e la Tecnica devono ammettere la loro limitatezza. È giusto quindi domandarsi: perché in questo caso, a differenza di moltissimi altri studi scientifici che hanno portato a risultati definitivi, non si riesce a trovare una prova rigorosamente conclusiva? Qual è il messaggio che possiamo cogliere dalla Sindone? Forse vuole ammonirci che esiste qualcosa al di là del limitato sapere umano e che quindi dobbiamo ammettere umilmente la nostra incapacità di conoscere e spiegare tutto?
Giulio Fanti è professore associato di Misure Meccaniche e Termiche presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova dal 1996. È stato membro fondatore del Centro Interdipartimentale Studi ed Attività Spaziali “CISAS G. Colombo” ed è stato membro di gruppi internazionali per importanti missioni spaziali tra cui la Missione Giotto che ha fotografato la cometa di Halley nel 1986.
Si occupa della Sindone da 25 anni e da più di 20 anni è coordinatore del gruppo Shroud Science.
È stato il coordinatore di un Progetto di Ricerca sulla Sindone finanziato dall’Università di Padova che ha eseguito, tra l’altro, datazioni alternative della Reliquia. La sua attuale attività di ricerca è soprattutto mirata allo studio del processo di formazione dell’immagine corporea che non è scientificamente riproducibile. Nell’ultimo anno ha pubblicato 8 articoli scientifici riguardanti le analisi ematiche che hanno permesso di definire l’eziologia della morte di Gesù Cristo e i successivi eventi fino alla Sua Risurrezione. È autore di più di duecento lavori scientifici prevalentemente su importanti riviste internazionali.