Il romanzo che racconta l’assedio di Sarajevo torna in libreria

«Jergović è uno scrittore epico; possiede la capacità di lasciar parlare l’oggettività delle cose e degli avvenimenti, di cogliere la storia di un individuo o di un paese nei dettagli più concreti, con sobria essenzialità».

Claudio Magris

A quasi trent’anni dalla fine dell’assedio di Sarajevo e in un momento in cui la Bosnia-Erzegovina è nuovamente al centro dell’attenzione per le tensioni politiche interne, la lettura di “Le Marlboro di Sarajevo” si rivela più che mai attuale.

Le Marlboro di Sarajevo di Miljenko Jergović è il libro che ha consacrato l’autore come una delle voci più autorevoli della letteratura balcanica contemporanea. Originariamente scritto durante l’assedio della capitale bosniaca negli anni ’90, intreccia le storie di uomini e donne le cui vite si sfiorano nel caos della guerra. Jergović racconta tutto con serena accettazione dell’ineluttabilità del destino e con quell’ironia tipicamente bosniaca, capace di insinuarsi anche nei momenti più complessi. Sarajevo diventa un microcosmo in cui le coordinate di spazio, tempo e razionalità vengono capovolte, dando vita a un affresco letterario potente.

La nuova edizione del libro pubblicata da Bottega Errate Edizioni arriva in libreria in una nuova edizione italiana a partire da mercoledì 19 marzo, nella traduzione di Ljiljana Avirović, con prefazione di Claudio Magris e postfazione di Ljiljana Avirović, nella collana Estensioni / 13.

Mentre la guerra devasta la bellissima e composita città di Sarajevo, Jergović raccoglie le storie di quei giorni. Con lo sguardo degli assediati, legando una vita all’altra, la sorte di un uomo a quella di una donna, di una casa indenne a una colpita dalle cannonate. Un racconto corale, di amore e malinconia per una terra distrutta, ma privo di lamenti inutili, accettando l’inevitabilità della sorte e degli accadimenti.

MILJENKO JERGOVIĆ

 (1966), romanziere, poeta, giornalista e sceneggiatore, nonché maestro del racconto breve, è senza dubbio uno dei maggiori talenti letterari della sua generazione. Nasce a Sarajevo, dove compie studi in filosofia e sociologia. Nel 1994, durante l’assedio di Sarajevo – magistralmente tratteggiato nella raccolta di racconti Le Marlboro di Sarajevo (premio Erich-Maria Remarque in Germania) – decide di lasciare la città natale per trasferirsi a Zagabria, dove tuttora vive e lavora. La guerra, l’assedio, la fuga, il doloroso disgregarsi di una comunità, la nostalgia, ma anche gli affreschi commoventi e fiabeschi della propria infanzia, l’intrecciarsi di destini familiari e collettivi, saranno temi ricorrenti anche nelle opere successive. I suoi libri sono stati tradotti in una ventina di lingue e la lunga serie di premi e riconoscimenti letterari – tra cui, in Italia, il Grinzane Cavour nel 2003 per il libro Mama Leone e il premio Tomizza nel 2011 – lo consacra non solo come autore di fama internazionale ma anche come autentico erede dell’eccellente tradizione narrativa bosniaca e della migliore letteratura del Paese che una volta è stato la Jugoslavia. Per Bottega Errante ha pubblicato Radio Wilimowski (2018); Le Marlboro di Sarajevo (2019) e Il padre (2020).