Diocesi
27 marzo: i 90 anni del Vescovo Emerito mons. Ovidio Poletto

La sera del 7 dicembre 2000, accompagnato dalle Piccole Apostole della Carità di Conegliano, mons. Ovidio Poletto è arrivato al suo nuovo appartamento in episcopio a Pordenone. Teso e preoccupato… no, agitato per il nuovo incarico, quasi certo di morire la notte stessa. Previsione evidentemente errata, visto che un quarto di secolo dopo gli auguriamo ancora ogni bene, al concludere i novanta anni di vita il prossimo giovedì 27 marzo.
Nel primo periodo di ministero episcopale, oltre gli appuntamenti di circostanza, è stato per me gradevole affiancarlo nell’inserimento in Diocesi, soprattutto con la presenza informale: l’agenda non era satura e potevamo approfittare degli spostamenti programmati per fare brevi tappe nel cammino ed entrare in chiesa a salutare comunità che celebravano la messa domenicale, o parroci in canonica, o altro che potesse interessare. Tutti flash che lentamente si sono posizionati nella mappa della Diocesi, riempita di volti, voci, immagini.
In molti abbiamo apprezzato la sensibilità di mons. Ovidio nelle relazioni, autentiche e rispettose, costruttive perché animate e orientate al “piano alto” di una bella umanità da costruire, sostenuta da una fede sobria e ben radicata. L’accoppiata con don Basilio come vicario, ha contribuito a rasserenare molte tensioni e ricompattare il presbiterio attorno al vescovo. Anche i collaboratori laici, in curia, come negli organismi diocesani hanno incontrato nel Vescovo un interlocutore capace di coinvolgere e promuovere autentica corresponsabilità.
Mi ha sempre colpito l’attenzione del vescovo Ovidio per i sacerdoti ammalati. Don Bernardino era il suo informatore diretto: quando un prete veniva ricoverato in ospedale, immediatamente chiamava il vescovo per avvisarlo, spiegare cosa succedeva e dire dove si trovava. Credo non sia mai passato più di un giorno perché lui arrivasse personalmente a visitare l’ammalato, sostenerlo, incoraggiarlo e valutare eventuali iniziative necessarie. Altrettanto puntualmente accompagnava i sacerdoti anziani, sia in casa di riposo a San Vito, sia raggiungendo “a domicilio” quelli ritirati in casa propria.
Sul piano pastorale, ha investito nel Consiglio pastorale diocesano e accompagnato il lavoro degli Uffici diocesani, con una paternità “pratica-popolare” nel cogliere le questioni aperte e nella ricerca dei cammini praticabili, dando fiducia ai collaboratori. È lo spirito che ha orientato il lavoro dell’Assemblea Diocesana e della Visita pastorale, con i quali si fece il punto della situazione per lasciare in eredità una base solida nella prosecuzione del cammino.
Sono ormai quindici anni che mons. Ovidio risiede a San Vito al Tagliamento, nel suo appartamento in casa di riposo. Una collocazione che ha scelto personalmente, per lasciare spazio libero al suo successore.
In molti abbiamo continuato a cercarlo per l’amicizia personale e per la saggezza – umana, pastorale e spirituale – che ha sempre dimostrato, aiutandoci a crescere.
Non ha mai smesso di accompagnare il cammino della Diocesi: ancora oggi, conversando con lui, dimostra sempre conoscenza aggiornata della vita pastorale e della vita personale, soprattutto dei preti. Vita che accompagna puntualmente con la preghiera assidua, ancor più intensa ora che ha rinunciato a guidare l’auto.
Don Lorenzo Barro
già segretario di S.E. Poletto