Formazione multilingue sulla salute femminile

Presentazione del progetto Aletheia

Promuovere la cultura del rispetto della donna e della parità dei diritti; prevenire la violenza di genere; diffondere l’approccio di genere nei servizi sanitari e nella medicina; diffondere la cultura della salute tra le donne e in particolare tra le persone straniere; prevenire e contrastare le pratiche di mutilazione genitale femminile.

Questi gli obiettivi del progetto “Aletheia, nulla è nascosto” formulato dal Comune di Pordenone in qualità di capofila di un partenariato, che vede quali aderenti AsFo, Voce Donna ETS – Centro Antiviolenza e L’Istrice ed è stato realizzato grazie al finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia.

Partendo da queste premesse, l’assessorato alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità del Comune di Pordenone ha presentato stamattina il progetto volto alla promozione della salute delle donne migranti e della medicina delle differenze, con attenzione alla componente femminile, nato un paio di anni fa con la volontà di avviare e stimolare questo processo di confronto e approfondimento con gli stakeholder del territorio per mettere in rete azioni concrete di aiuto, soccorso, educazione e supporto sulla medicina di genere orientata al contrasto di soprusi e violenze.

«Un progetto di promozione della salute in ottica preventiva – sottolinea l’assessore Guglielmina Cucci – che si prefigge di raggiungere la popolazione femminile e in particolare le fasce più svantaggiate, deboli e fragili come i migranti. Un raggio di azioni a 360° che comprende diversi aspetti, dall’informazione all’orientamento, ai servizi di territorio, alla presa di coscienza e conoscenza della medicina di genere, per arrivare alle implicazioni di carattere sanitario della violenza di genere, fino al delicatissimo tema delle mutilazioni genitali femminili».

L’azione si concretizza nella distribuzione di quattro brochure informative, redatte con la consulenza e la validazione da parte dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale in osservanza al principio dell’universalità delle cure (grazie alla collaborazione delle dottoresse Elisa Pontoni, Fabiana Nascimben e Cristina Di Leonardo), che vanno a coprire diversi aspetti della salute declinata al femminile: dalle informazioni generali di orientamento sui servizi del territorio a una presa di coscienza e conoscenza della medicina delle differenze, per arrivare alle implicazioni di carattere sanitario della violenza di genere e ancora all’importante tema delle mutilazioni genitali femminili.

Redatte in diverse lingue, tengono conto della composizione culturale ed etnica delle comunità straniere presenti sul territorio: italiano, inglese, francese, arabo, cinese e russo.

La brochure dedicata alle mutilazioni genitali femminili, dal significativo titolo “dalla parte delle bambine”, è invece redatta in italiano, inglese, francese, arabo, somalo e swahili per raggiungere le popolazioni che adottano tali pratiche, e avrà dunque una diffusione mirata, vista la delicatezza e l’importanza del tema.

Temi di cui si parla ancora troppo poco e che l’iniziativa ha come obiettivo di far emergere e diffondere, per operare un cambiamento che prima di tutto sia culturale e diffuso a tutti i Paesi ospitanti.

A parlarne stamattina in conferenza, oltre all’assessore Cucci e agli uffici del Comune coinvolti, anche il Direttore socio sanitario di Asfo Carlo Francescutti; le dottoresse di Asfo Fabiana Nascimben, Elisa Pontoni, Daniela Pavan; la Presidente della Commissione Pari opportunità del Comune Chiara Cristini.

«L’universalità dei servizi sanitari sulla carta -specifica il direttore Francescutti- si deve tradurre nell’effettiva riduzione delle barriere e nell’accesso concreto alle cure e ai servizi. Le linee di frattura di carattere culturale, economico, sociale e di genere, che rendono difficile l’accesso ai servizi, sono numerose. Deve essere alta l’attenzione a tutte quelle azioni proattive necessarie a realizzare un diritto e accesso alle cure il più ampio possibile».

La comunicazione, che utilizza un linguaggio accattivante, coinvolgente e accogliente, si completa con alcune videopillole sul tema ed è stata realizzata dal Palazzo del Fumetto utilizzando le tecniche della facilitazione grafica. Le videopillole verranno trasmesse sui canali web e social del Comune. Le brochure verranno distribuite nelle farmacie, nei distretti sanitari anche di area vasta, negli ospedali, negli studi medici, nei consultori, al centro per le famiglie e in tutti i luoghi sensibili. Tutta la documentazione sarà presente nei siti web dei partner e le brochure scaricabili per poter dare la massima diffusione.

La città di Pordenone, grazie alle buone pratiche e alla rete di Istituzioni creata, si sta impegnando in maniera proattiva in quella che è stata rinominata la “medicina delle differenze”, che supera la definizione -e distinzione- “di genere”, un percorso nella direzione dell’umanizzazione, della personalizzazione, dell’equità e dell’appropriatezza delle cure:

«Per “medicina delle differenze” -spiega la dott.ssa Pontoni- intendiamo un nuovo approccio della medicina che sottolinea come le stesse patologie e uguali fattori di rischio possano manifestarsi in maniera diversa nella popolazione a seconda del sesso. Non una nuova disciplina, ma una nuova lente con cui osservare e trattare i casi, che a seconda del genere si differenziano nelle manifestazioni e nell’incidenza, come -ad esempio- le patologie cardiovascolari, oncologiche, depressive, respiratorie, croniche, di infezioni sessualmente trasmesse».

L’Italia, attenta a questo contesto, è stato il primo Paese in Europa ad includere la visione di genere attraverso dei percorsi dedicati alla salute con la Legge Lorenzin del 2018.

Un processo di crescita e conoscenza che l’assessorato Pari Opportunità e le Politiche Sociali del Comune di Pordenone stanno portando avanti con dedizione, impegno e molta attenzione in un processo di miglioramento continuo.