Giubileo degli artisti sabato 15 febbraio. Claudia Koll: “Chiamata a sperare e portare speranza”

Qualcosa di me il libro di Claudia Koll presentato sabato 15 febbraio 2025

Anche gli artisti e gli uomini e donne del mondo dello spettacolo sono chiamati a sperare e a portare speranza attraverso la loro arte. Ne è convinta Claudia Koll, oggi molto impegnata nel mondo del volontariato e nella trasmissione della fede attraverso la propria arte e non solo. “Ricordo quando andai a un’udienza da Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo. Avevo scritto una lettera per lui e, quando gliela consegnai, gli dissi: ‘Santità, io sono un’attrice’. Lui mi fece una carezza sul viso e mi trasmise tutto il suo amore”, racconta Koll nel libro-intervista “Qualcosa di me” (Tau editrice), da poco in libreria, in cui narra come l’incontro con Dio abbia trasformato la sua vita.

Claudia Koll parla con il Sir a 25 anni dal Giubileo del 2000, che è stato per lei “l’Anno di Grazia del Signore. La Sua Misericordia – ci dice – mi venne incontro e mi abbracciò senza che ne fossi consapevole. Quando attraversai la Porta Santa nel 2000 non sapevo quale fosse il significato di quel gesto. Ignoravo cosa sarebbe accaduto dopo nella mia vita. Mentre attendevo di passare la Porta Santa, ricordo di aver respirato la fede del popolo di Dio in cammino che pregava e di essermi sentita trasportare da questa fede”. Quando uscì dalla basilica di San Pietro,“mi tornò in mente che da bambina, dopo aver visto un film sulle apparizioni della Vergine a Fatima, avevo chiesto a Maria di portarmi in Cielo con Lei insieme a Giacinta e Francesco. Dio mi fece ripartire nella vita cristiana da quel desiderio che avevo avuto da bambina”.

Di quel Giubileo Koll conserva ricordi belli, durante il quale ha compreso in “modo nuovo e profondo il senso dell’indulgenza”: “Nell’indulgenza si incontra il nostro desiderio e quello di Dio. Durante il Giubileo dell’anno 2000, ho chiesto il dono dell’indulgenza giubilare per tanti artisti che amo”, dice nel libro l’intervistatrice Mariagiulia Verdi. “Chissà – dice Claudia Koll – se anche io ho usufruito di questa preghiera”.

Nel 2016 il passaggio della Porta Santa fu molto più “consapevole” per l’attrice, che aveva già maturato una propria fede. Fu proprio in questo Giubileo che l’associazione “Le Opere del Padre”, da lei fondata nel 2005, ha dato vita a una sartoria per ragazze madri in Burundi. “La chiamammo ‘Misericordiosi come il Padre’, che era il motto del Giubileo. Inoltre, incidemmo un cd dedicato alla Divina Misericordia a cui parteciparono l’attore Giovanni Scifoni, un’orchestra e altri artisti. Inserimmo dei frammenti audio di Papa Francesco, San Giovanni Paolo II e l’allora vescovo Matteo Zuppi (oggi cardinale arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, ndr). Sempre nel 2016, accogliendo l’invito di Papa Francesco a realizzare un’opera di misericordia in ogni diocesi, aprimmo a Roma la prima ‘Casa del Sì’, un appartamento dove accogliere persone che avevano bisogno di un tempo per ritrovare forza e coraggio e ripartire con la propria vita. Oggi le case sono due e vi accogliamo anche persone bisognose di cure ospedaliere che vengono dall’estero”.

Il giubileo che stiamo vivendo ha come tema la “Speranza che non delude”.“Come artista sono chiamata a sperare e a portare speranza attraverso la mia arte. Non posso comunicare – dice Koll – quello che non ho o qualcosa che non sento e che non provo. Posso comunicare solo quello che vivo. Ponendo la mia speranza in Dio, posso trasmettere la mia speranza ad altri. Io per prima devo essere illuminata dallo Spirito Santo per portare la luce attraverso la mia arte. L’artista ha questa missione”.

Claudia Koll la esercita anche con la sua attività di counsellor con la quale “aiutiamo le persone a ritrovare la speranza tramite l’arte. Quando una persona si rivolge a me, posso aiutarla a interpretare il personaggio di un copione teatrale, un personaggio dotato di risorse che quella persona non possiede o che ha ‘seppellito’. Questo può aiutare a riaccendere la speranza in chi si sente smarrito dentro”. È importante ritrovare la speranza che poi è “Cristo. È Lui la speranza che non delude, come sperimentarono quegli uomini – spiega – che scoperchiarono il tetto della casa in cui si trovava Gesù, per poi calare il loro amico paralitico davanti a Lui. Credettero, sperarono e fecero esperienza della Misericordia di Dio nella sua guarigione e nel perdono dei suoi peccati”.

L’attrice non nasconde un desiderio profondo legato a questo Giubileo: che tutti possano con fiducia affidarsi alla Misericordia di Dio che è infinita. “Pregherò per questo – prosegue – . Dio è infinitamente buono e grande nell’amore. Vorrei essere una piccola luce che testimonia come Dio possa rendere bella la vita e impreziosirla con la Sua presenza”. Nel libro-intervista, Claudia Koll spiega che ha voluto raccontare la sua interpretazione di Edna, il personaggio femminile de “Il prigioniero della II strada” di Neil Simon. Edna è la moglie di un uomo che perde il lavoro ed entra in profonda difficoltà personale: “Non ho cambiato le parole del copione, le ho interpretate con la mia sensibilità e con quella speranza che mi illumina la vita. Questo ha fatto sì che il personaggio di Edna diventasse un personaggio così amorevole da cambiare profondamente gli equilibri tra marito e moglie, tanto che il regista si è sentito ispirato a modificare il finale della storia”.