Diocesi
Domenica 9 febbraio: commento di don Renato De Zan
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Lc 5,1-11
In quel tempo, 1 mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8 Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9 Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Il Testo
- La pericope di Lc 5,1-11 è fondamentalmente identica alla formula liturgica. La Liturgia ha solo aggiunto il consueto incipit (“In quel tempo”). Il brano fa parte del lungo brano che narra l’apostolato pubblico di Gesù in Galilea (Lc 4,14-9,50). Agli inizi del suo apostolato Gesù chiama i suoi discepoli e Lc 5,1-11 narra l’avvenimento con una certa abbondanza di particolari (che non si trovano in Marco). Prima Simone viene chiamato a collaborare, per ciò che può, al ministero di Gesù. Poi, diventa testimone di un miracolo che gli fa capire la sua piccolezza. Segue la vera e propria chiamata di Gesù e la sequela dei discepoli.
- La struttura narrativa di Lc 5,1-11 si può cadenzare in quattro momenti. Il primo (Lc 5,1-3) presenta la scena: la folla, sulla riva del lago, vuole ascoltare Gesù che chiede a Simone (di cui aveva guarito la suocera in Lc 4,38-39) di accoglierlo nella sua barca e di scostarsi un po’ dalla riva. Il secondo momento (Lc 5,4-7) narra la pesca miracolosa, quasi una specie di compenso alla gentilezza di Simone. Il terzo (Lc 5,8-10) è dedicato alla vera e propria chiamata di Pietro (e, indirettamente di Giacomo e Giovanni). L’ultimo momento di un solo versetto (Lc 5,11) narra l’abbandono dei beni e la sequela di primi discepoli.
L’Esegesi
- Il testo di Lc 5,1-3 è in qualche modo polarizzato. Da una parte c’è la folla (v. 19 o le folle (v. 3) e dall’altra c’è Gesù. In mezzo c’è la Parola di Dio (v.1) che la folla desidera ascoltare e che Gesù può donare. Gesù ammaestra le folle dalla barca di Simone. La folla manifesta la sete della Parola, quella vera che sgorga limpida come da una sorgente. La folla non ha simpatia per la Parola teologizzata dai rabbini del tempo (cfr Lc 4,32: “Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità”; Mc 1,22: “Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi”). Questa dimensione della missione messianica viene compiuta da Gesù con l’aiuto degli uomini, in modo particolare da Simone.
- Subito dopo l’intervento, Gesù dona a Simone e ai suoi amici un “segno”. Questo segno potrebbe essere letto come gesto di riconoscenza di Gesù verso la collaborazione di Pietro. Se si presta un po’ di attenzione, ci si accorge che tale segno è profetico e autorivelativo. Simone, infatti, getterà le reti, fondandosi sulla Parola di Gesù. E’ la stessa Parola che viene da Colui che ha autorità, E’ la Parola con cui ha ammaestrato le folle. E’ la Parola affidabile. Il miracolo dimostra la fondatezza di questa affidabilità: “Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli…. riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare”. Gesù si era già manifestato con la guarigione della suocera. Adesso si manifesta con la pesca miracolosa. Simone comprende che Gesù non è solo il rabbino di Nazaret. È molto di più.
- Simone aveva, forse, detto con ironia “sulla tua parola getterò le reti”? Non si può sapere. Si sa invece con certezza che con la Parola di Gesù non si può scherzare e Pietro si riconosce manchevole (“Sono un peccatore”). La reazione di Gesù è paradigmatica, è un modello. Non tiene conto delle parole di Simone e va dritto al tema che ritiene più importante. Si può notare che è lo stesso atteggiamento del padre buono nei confronti del figlio prodigo. Qui il tema è chiaro. Simone, ottimo pescatore, metterà le sue capacità a servizio di quella Parola della cui potenza ha fatto esperienza diretta. La vocazione si innesta sulle capacità di Simone e dei suoi soci e da qui inizia la sequela del loro discepolato.
Il Contesto Celebrativo
- La vocazione (con molteplici sbocchi: alla consacrazione a Dio, alla vita matrimoniale, alla vita da single) possiede un elemento di fondo comune: ogni persona assume in proprio la scelta di collaborare con Dio affinché il suo progetto di creazione, di vita e di redenzione prosegua e si estenda. Così è successo a Pietro (Lc 5,1-11), così è successo a Isaia (Is 6,1-2a.3-8: prima lettura). La Colletta propria sintetizza la prima lettura e il vangelo per quanto riguarda la situazione bisognosa di redenzione del chiamato. La persona non viene chiamata perché “santa” (vedi la duplice petizione: “Purifica i nostri cuori con il fuoco della tua parola e perdona i nostri peccati con la dolcezza del tuo amore”), ma perché Dio ha scelto di volerla accanto a sé per il suo progetto di Salvezza (vedi il fine: “Come discepoli s