Arte e mostre
Al Comune il Lascito Romagnoli: 78 tele e 90 volumi

Il Museo Civico d’Arte e la Biblioteca civica di Pordenone vantano un importante arricchimento culturale grazie al lascito del professor Andrea Romagnoli, docente di matematica e fisica al liceo Leopardi scomparso nel 2021, un esempio nobile e fortemente significativo di collezionismo.
Il Vicesindaco reggente Alberto Parigi dichiara: “L’amministrazione comunale ha intrapreso un percorso concreto di valorizzazione dei lasciti, come dimostra l’ampia riqualificazione del lascito Bortolotto. Oggi, in questo stesso percorso, si inserisce anche la donazione Romagnoli, a conferma dell’impegno preso con la comunità. Un progetto che avevamo promesso e che oggi si sta traducendo in risultati tangibili.”
La raccolta artistica si compone di 78 opere e si è formata tra il 1960 e il 1993 grazie alla passione e all’impegno dei tre fratelli Romagnoli: il notaio Pierluigi, la sorella Maria Valeria ed Andrea, che si è anche occupato della ricerca e raccolta di volumi, notizie e studi sulla pittura dell’Ottocento italiano.
Tra le tele si possono annoverare artisti come Guglielmo Ciardi, Italico Brass, Giuseppe Tominz, Federico Zandomeneghi, Luigi Momo, Vittore Carniel, ma anche litografie e acqueforti di Renato Guttuso, corredate dai relativi cataloghi.
La biblioteca Romagnoli, riguardante principalmente la pittura del XIX secolo, comprende circa 500 volumi, alcuni rari e molti fuori catalogo, ed è stata lasciata in eredità al Museo civico d’Arte per formare un nucleo consistente di materiali documentari su questo periodo artistico.
L’interesse bibliografico del professor Romagnoli si è anche esteso ad opere a stampa di notevole pregio testimoniato da circa 90 volumi, databili dal XV al XIX secolo, ora conservati nella sezione locale della biblioteca civica, a disposizione per la consultazione di studiosi ed appassionati.
Tra questi i “Commentari” di C. J. Caesare (anno 1528) con numerose xilografie di carattere popolaresco, i “Commentaria in novum librum Rasis ad regem Almansore” di J. Arculani, un “Trattato dei governi” di Aristotele (Imperatore, 1551), la “Genealogia familiae iuliae” di I. Monigero (1556), i “Sermoni altrimenti satire e le morali” di Orazio (Giolito De Ferrari, 1559), il “Petrarca con l’esposizione di A. Vellutello” (1568), una “metamorfosi” di Ovidio del 1584, molti dei quali arricchiti da tavole di preziose incisioni dell’epoca. Tra le opere datate nel 1600 troviamo Esopo con “Aesopi fabulae graecae et latinae” del 1619, la “Bibliotheca sacra et prophana” di Latini del 1627 e “Ode di Pindaro” (1631-32), per citarne solo alcune. Corredate anch’esse di pregevoli incisioni e tavole in rame.
Un lascito di grande valore, che testimonia l’amore del professor Romagnoli per la cultura e il suo profondo senso di generosità verso la comunità. Grazie a questo gesto, il suo straordinario patrimonio diventa un bene condiviso, accessibile a tutti.