Papa Francesco. Bullismo e cyberbullismo

“Mai fare il bullying, avete capito?”. Ai circa duemila ragazzi e ragazze, ma anche insegnanti ed educatori incontrati nell’incontro giubilare del 4 gennaio scorso, in Aula Paolo VI, il Papa lo fa ripetere sei volte così da incidere bene nella mente il “no” ad una delle peggiori derive in ambito scolastico: il bullismo. Quello che, diceva in passato, “distrugge la vita” e che, rimarca oggi, “prepara alla guerra”, laddove la scuola serve a porre le basi per la pace, per un mondo “più giusto e fraterno” (cfr Vatican News del 4 gennaio 2025).
Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni sociali sempre più diffusi, che toccano profondamente la vita di bambini, adolescenti e adulti. Entrambi rappresentano forme di abuso ripetuto e intenzionale, che mirano a ferire psicologicamente, emotivamente o fisicamente una persona. La differenza principale tra i due fenomeni sta nel contesto in cui avvengono: il bullismo si manifesta prevalentemente in ambienti fisici, come la scuola o i luoghi pubblici, mentre il cyberbullismo sfrutta il contesto digitale, amplificando spesso la portata e l’impatto degli attacchi. Questo fenomeno può assumere diverse forme.
Bullismo fisico: comportamenti come spintoni, pugni o qualsiasi altra forma di aggressione fisica. Bullismo verbale: insulti, derisioni, minacce o prese in giro sistematiche.
Bullismo relazionale: esclusione dal gruppo, isolamento sociale o diffusione di pettegolezzi volti a danneggiare la reputazione della vittima.
Una caratteristica fondamentale del bullismo è lo squilibrio di potere: il bullo esercita un controllo o un dominio sulla vittima, sfruttandone la fragilità emotiva o fisica.
Gli effetti del bullismo sono profondi e duraturi.

Le vittime possono sviluppare ansia, depressione, perdita di autostima e, nei casi più gravi, arrivare a gesti estremi come l’autolesionismo o il suicidio. È quindi cruciale intervenire per prevenire e contrastare questo fenomeno.
Che cos’è il cyberbullismo? Il cyberbullismo è una forma di bullismo che si verifica attraverso mezzi digitali, come social media, app di messaggistica, email o piattaforme di gioco online. Rispetto al bullismo tradizionale, il cyberbullismo presenta alcune peculiarità: 1. Accessibilità continua: il cyberbullismo non ha limiti di tempo o spazio; può verificarsi in qualsiasi momento e luogo, rendendo difficile per la vittima trovare una “via di fuga”. 2. Anonimato: spesso, chi compie atti di cyberbullismo lo fa nascondendosi dietro l’anonimato, aumentando la sensazione di impotenza nella vittima. 3. Diffusione rapida: un contenuto offensivo o diffamatorio può raggiungere un numero enorme di persone in pochissimo tempo, amplificando l’umiliazione.
Cosa sta facendo la Scuola, luogo dove il fenomeno è assai diffuso, toccando percentuali significative; basti pensare che il 41% di alunni nella scuola primaria e il 26% nella scuola secondaria dichiarano di aver subito prepotenze” (Viola, 2018)? Nel 2021, attraverso il Decreto Ministeriale 18 del 13 gennaio emanato con una nota del 18 febbraio 2021, vengono aggiornate le linee guida per quanto riguarda la prevenzione e il contrasto al bullismo e cyberbullismo. In seguito a questa novità viene data l’opportunità a dirigenti, docenti e operatori scolastici di comprendere, ridurre e contrastare i fenomeni di bullismo grazie a strumenti di comprovata evidenza scientifica. Per esempio, grazie al Progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse si possono reperire informazioni e lezioni e-learning per docenti, nonché tutte le buone prassi per il contrasto al cyberbullismo. Un’altra possibilità messa a disposizione dal Governo e dal MIM è la possibilità per i docenti di accedere alla piattaforma ELISA dove sono disponibili strategie in modalità e-learning sempre inerenti all’anti-bullismo. Diversi sono i progetti messi in atto per una seria e approfondita formazione degli insegnanti, i primi a poter individuare i segnali tipici del bullismo.
Rimane una domanda: la famiglia dov’è, come si colloca in merito a questo devastante tema e come si può aiutarla a essere vero luogo educativo?