La lotta al caporalato a scuola

Marco Omizzolo docente dell’Università La Sapienza di Roma ha tenuto la lezione agli studenti dell'IIS Il Tagliamento

Negli scorsi giorni gli allievi delle quinte dell’IIS “Il Tagliamento” di Spilimbergo hanno partecipato a un momento di formazione sulla lotta al caporalato. Protagonista dell’evento il prof. Marco Omizzolo dell’Università La Sapienza di Roma, che ha conversato con gli studenti, spiegando loro: «Molto spesso lo ignoriamo, ma a soli 80 chilometri da Roma, nell’Agro Pontino, ci sono uomini e donne costretti a lavorare in condizioni di schiavitù, per una retribuzione che varia tra i 50 e 150 euro al mese. Si tratta di stranieri, ma non mancano italiani costretti a vivere un inferno in un paese democratico, che afferma di essere fondato sul lavoro. Mi rivolgo a voi perché credo che la lotta al caporalato e allo sfruttamento del lavoro parta dalle coscienze e penso che voi, che vi affacciate al mondo adulto, abbiate la capacità di ribellarvi e di cambiare le cose».

Omizzolo ha aggiunto che il caporalato è particolarmente pervasivo nelle regioni meridionali, ma non mancano episodi anche in Friuli Venezia Giulia. Il settore agricolo, il mondo della logistica e dei trasporti, il comparto della ristorazione, la cantieristica navale sono gli ambiti in cui ci sono stati e rischiano di esserci forme di sfruttamento del lavoro. Per non parlare della consegna a domicilio del cibo: i riders sono sottoposti a turni di lavoro massacrante, sono sottopagati e hanno un lavoro precario, perché rischiano di essere licenziati da un momento all’altro.
Nel corso dell’incontro – a conclusione di un dibattito serrato – Omizzolo ha anche delineato delle proposte agli allievi. In primo luogo, pretendere per sé e per gli altri lavoratori contratti regolari e adeguatamente retribuiti. Astenersi dall’acquisto di prodotti alimentari freschi dal prezzo stracciato, perché con tutta probabilità sotto quell’offerta ci sono storie di sfruttamento. Infine, contribuire alla crescita di una coscienza civica, che porti alla valorizzazione degli imprenditori onesti – «Sono la maggior parte» ha precisato il docente romano – e all’isolamento di coloro che vogliono fare impresa sulla pelle degli altri.
Precisa la dirigente Lucia D’Andrea: «Cerchiamo di curare il curricolo di educazione civica dei nostri allievi, sollecitandoli ad affrontare temi di attualità. Abbiamo avuto l’opportunità di cogliere una proposta dell’associazione Libera FVG. Oltre alla lotta al caporalato, Siamo impegnati anche con riflessioni sul bullismo, sulla pace, sul volontariato».