Il Duomo San Marco invoca all’unisono la preghiera

Venerazione della Croce sulla soglia del San Marco

La croce di manifattura palestinese in legno e madreperla, datata XVIII secolo, proveniente dalla parrocchia di Cordovado e conservata nel Museo diocesano, scelta per essere esposta e venerata nel Duomo Concattedrale di San Marco durante l’intero anno giubilare, nel pomeriggio di domenica 29 gennaio, dal Santuario della Madonna delle Grazie, varcato il fiume Noncello sul ponte di Adamo ed Eva, è arrivata sulla soglia del Duomo. La croce ha attraversato luoghi antichi della città di Pordenone, luoghi che ne hanno segnato la storia, come il fiume e tornano alla mente i pellegrini che dalle basse venivano a Pordenone per venerare il crocifisso miracoloso della chiesa di Santa Maria degli Angeli detta del Cristo. Antiche memorie che la venerazione della Croce e il Giubileo riportano alla mente.

Venerazione della Croce
Il Vescovo Pellegrini prende la croce con le sue mani e invita il popolo di Dio a venerarla con le parole “Ave, croce di Cristo, unica speranza”. I pellegrini rispondono “Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno”. Poi la Croce viene portata all’interno del Duomo e posizionata sul suo basamento posto sul lato sinistro alla sommità dei gradini che portano al presbiterio. Il clima del Duomo è ancora natalizio, il bambinello riposa davanti all’altare, tante rosse stelle di Natale ornano il basamento della croce e gli altari. Il presepe è nella cappella Mantica. Del resto oggi è la domenica dedicata alla Sacra Famiglia. Tantissimi sono i presbiteri, di varie età. Molti appena ordinati sacerdoti. Molti i parroci, i seminaristi tanti. E ci fa molto piacere. Saranno i nostri parroci di domani. Tanti sono i fedeli, è presente Alberto Parigi, vicesindaco reggente di Pordenone con l’assessore all’urbanistica Lidia Diomede. Ci sono le suore elisabettine, consacrati di altre congregazioni, gli scout di Spilimbergo1 e i responsabili della Zona Pordenone, e altre rappresentanze diocesane.

Ci sono tanti uomini e donne, di varie età che hanno accompagnato la croce in pellegrinaggio dalle Grazie al Duomo. A celebrare il vescovo mons. Giuseppe Pellegrini, con il vescovo emerito comboniano mons. Rino Perin, il vicario don Roberto Tondato e il parroco di San Marco mons. Orioldo Marson. Accompagnano la liturgia con i canti il coro di San Marco, alcuni membri del coro di Bannia, di Sant’Agostino in Pordenone e di San Martino di campagna. Dirige i canti dell’assemblea don Riccardo Moro attualmente collaboratore in Duomo.

Memoria del Battesimo
La celebrazione inizia col fare memoria del battesimo. Cui segue la benedizione dei fedeli da parte del Vescovo con rami di pino. Si canta il Gloria. L’orazione della colletta pronunciata dal Vescovo fa riferimento alla famiglia “Il Padre ha voluto che il Figlio divenisse membro della famiglia umana – e allora si prega perché i genitori si sentano partecipi dell’amore di Cristo, perché i figli crescano in sapienza, età e grazia”. Fanno seguito la prima e la seconda lettura.

Il Vangelo
Quindi il Vangelo secondo Luca: “Gesù a dodici anni va a Gerusalemme con i genitori e rimane nel tempio mentre Maria e Giuseppe sono sulla via del ritorno. Sono sconcertati. Ritrovano Gesù. “Io devo occuparmi delle cose del Padre Mio”. Poi tutti fanno ritorno a Nazaret.

L’omelia
“È con grande gioia commozione che siamo qui nella diocesi di Concordia Pordenone – questa mattina l’abbiamo fatto a Concordia – per l’apertura del Giubileo” così il Vescovo Pellegrini dà inizio all’omelia. Fa tanti riferimenti alla famiglia ovviamente, nella domenica della Sacra Famiglia. Poi passa al Giubileo, invita, anzi sprona i fedeli “a leggere con attenzione l’omelia di Papa Francesco a Natale che ha elencato con precisione tutti i conflitti che affliggono oggi la terra, per riconciliarsi con Dio. Invita a mettersi per questo in cammino, esorta ad andare in cammino. Questo è il significato del Giubileo per ritrovare la pace, per purificarsi”. All’altare vengono portati i doni da una giovane famiglia con figli, dagli scout, da una giovane coppia. In un clima natalizio sottolineato dal canto Noël Noël Noël, natus est nobis Rex Israel si accede alla Comunione. Al termine della celebrazione il Vescovo ringrazia tutti per la presenza di una bella comunità, ringrazia i confratelli, il vicesindaco reggente Alberto Parigi, chi è venuto da lontano per partecipare all’apertura del Giubileo, ringrazia il coro. Il suo pensiero va al vescovo emerito mons. Ovidio, certamente presente con il suo ricordo e con la sua preghiera. Poi l’assemblea si scioglie mentre scende la sera e il Duomo Concattedrale per un intero anno sarà uno dei luoghi di attesa dei pellegrini del Giubileo del 2025.