Giubileo 2025
Il cammino della Croce dalle Grazie al San Marco

“Spes non confundit” è il titolo della bolla papale di indizione dell’anno giubilare. Ed è proprio una preghiera alla speranza quella che è salita al cielo dapprima dentro il Santuario della Beata Maria Vergine delle Grazie a Pordenone, poi in cammino attraverso la città durante le letture dei “segni dei tempi” che la chiesa deve “scrutare e interpretarli alla luce del Vangelo” (della pace, della vita, dei carcerati, dei giovani, dei migranti, degli anziani, dei poveri), infine durante il rito di Venerazione della Croce sulla soglia del Duomo di San Marco, attraverso le parole del Vescovo Pellegrini e nella risposta dei fedeli.

Già il Santuario mariano era colmo di fedeli che poi in autorevole silenzio hanno proceduto in cammino, recitando le litanie e i salmi, con un’intensità e partecipazione che sono divenuti segno tangibile del grande desiderio di luce e di speranza. Dopo i riti introduttivi, è stato il vescovo Giuseppe Pellegrini ad aprire solennemente l’anno giubilare in un rito “preludio all’esperienza di grazia e misericordia”, “per rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi specialmente in questo tempo di guerre e disordini”.

Al termine dell’orazione e della lettura del Vangelo, è stata data lettura della bolla papale in cui è esplicitato come sia “necessario porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. Ma i segni dei tempi chiedono di essere trasformati in segni di speranza”.
Dunque è partito il Cammino dei fedeli con il Crocefisso in madreperla che proviene dalla Terra Santa e su cui sono incise scene della vita di Cristo, scortati dai membri della Confraternita delle Grazie (vestiti con mantello e cappe rosso scarlatto) fin dentro al San Marco, ricolmo di fedeli che all’unisono hanno cantato e pregato la propria domanda di speranza.