Domenica 2 febbraio: Giornata per la vita consacrata. Pellegrinaggio sabato 1° febbraio alle 15 dalle Grazie a San Marco

In quest’anno del Giubileo la XXIX Giornata Mondiale della Vita Consacrata assume un significato tutto particolare perché si trova inserita nel grande cammino della Chiesa che si avvicina sempre più al sogno di Dio che vuole pace, giustizia, speranza per tutta l’umanità.
Per questo le consacrate e i consacrati della diocesi di Concordia-Pordenone celebreranno il Giubileo con il segno del pellegrinaggio, come chiesto da Papa Francesco nella Bolla di indizione, proprio in occasione di questa Giornata Mondiale, istituita nel 1997da Papa Giovanni Paolo II.
La Vita Consacrata come ciascun battezzato e ciascuna persona ha bisogno di speranza. Lo ribadisce Papa Francesco all’inizio della Bolla quando scrive: “Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio”.
Spesso la Vita Consacrata si è identificata e si è vista simbolicamente rappresentata da quell’immagine del vaso di creta che San Paolo inserisce nella 2a Lettera ai Corinti. Pur nel segno evidente della fragilità, il vaso di creta contiene però un tesoro.
Il tesoro è il battesimo rafforzato dalla vocazione ricevuta, la Parola e la chiamata di Dio, il carisma del proprio istituto di appartenenza, la vita fraterna in comunità, la gioia di appartenere al Signore e di servire i fratelli nelle diverse modalità ispirate dallo Spirito nella Chiesa. Il vaso di creta raffigura ciascuna e ciascuno di noi, battezzato, chiamato e consacrato.
Il vaso di creta è la rappresentazione più vera della fragilità della nostra condizione umana e per questo è un simbolo in cui ogni credente si può riconoscere perché ogni persona, come leggiamo nella Bolla, vive l’imprevedibilità del futuro, il timore, lo sconforto, il dubbio e quindi abbisogna di speranza. Ma quest’immagine è vera anche per i consacrati che sentono sempre più il peso della loro riduzione numerica, in contrasto con i tanti bisogni emergenti.
Rispetto allo scorso anno pastorale nella nostra diocesi sono venute meno tre comunità religiose femminili: a ottobre 2023 quella delle suore della Divina Volontà di Spilimbergo e da poco, dello stesso istituto, la comunità di Travesio e, a fine estate 2024, quella delle suore Domenicane di Santa Caterina da Siena a Tamai. Vengono meno presenze importanti per la comunità parrocchiale e per ogni singolo battezzato.
Ma la fragilità non è solo numerica, la si sperimenta anche di fronte al “patto stipulato” all’inizio della scelta vocazionale che, in certe fasi e situazioni della vita, va in crisi e abbisogna di essere confermato, rafforzato… a volte ripensato. Questo momento di crisi può anche diventare l’inizio di una vita spirituale ancora più convinta e forte che, pur dentro la fatica del buio, sa ritrovare quella luce che illumina davvero il percorso della vita.
La vita di tutti, in tutte le vocazioni, ha i suoi momenti difficili, ma possiamo scegliere se lasciarci disorientare da questi o rafforzare.
Ecco allora che parlare di Giubileo come anno di Grazia, di riconciliazione, di conversione ha un significato davvero importante.
Lo si può vivere a Roma seguendo gli itinerari previsti e nelle date fissate per ogni stato di vita cristiana, ma lo si può vivere intensamente anche nelle chiese particolari.
Prima di tutto però va vissuto nel proprio cuore, il luogo biblico delle scelte, della conversione… il luogo della verità con se stessi e con Dio.

Il Giubileo diocesano della Vita consacrata
Ecco allora che il Giubileo diocesano della Vita Consacrata offre a tutti l’occasione di fare un cammino nella verità della propria scelta vocazionale per camminare sempre più con “piedi e cuore” sulle vie di Dio e incontro ai fratelli e alle sorelle che Lui mette sulla nostra strada.
L’appuntamento è per sabato 1° febbraio alle ore 15.00 al Santuario della Madonna delle Grazie di Pordenone dove pregheremo i salmi dei primi vespri della Festa della Presentazione del Signore con il Vescovo Giuseppe.
Seguirà il cammino a piedi come “pellegrini di speranza” guidati dalla croce lungo le strade della città, verso la concattedrale di San Marco.
Con le candele accese entreremo cantando e ricordando l’incontro fra il piccolo Gesù, portato fra le braccia di Maria, e l’anziano Simeone, simbolo della Chiesa-umanità e di ciascun uomo che attende e accoglie Dio fra le sue braccia e nel suo cuore.
Con la riflessione del Vescovo, il rinnovo della propria consacrazione a Dio, e il ricordo di quanti festeggiano il loro anniversario si concluderà la preghiera del Vespro.
Allora tutti torneranno alle proprie comunità e ai propri impegni, forti di un incontro e di una luce che hanno scaldato il cuore e riacceso la speranza dentro quei fragili “vasi di creta” che siamo noi.
Sr Claudia Berton