Davide Cimolai allontana la fine della carriera

Nel 2025 il trentacinquenne Davide Cimolai disputerà la sua sedicesima stagione consecutiva da ciclista professionista in una squadra con licenza di World Team. Per il secondo anno di fila difenderà i colori della spagnola Movistar.

Davide, sei conscio di tanta longevità?
Sono molto contento di questo, visto che ogni anno della mia generazione rimaniamo di meno. Si vede che l’impegno e la serietà pagano anche oggi che il ciclismo è cambiato tanto. O sei bravo ad adattarti al nuovo sistema, anche di alimentazione, o smetti.

Un anno fa eri in procinto di appendere la bicicletta al chiodo, fra poco invece partirà la tua seconda stagione alla Movistar.
Ho ritrovato l’entusiasmo che avevo perso nelle ultime stagioni. Un anno fa non ero più disposto a tirare avanti. Onestamente l’unico dispiacere era che mi sentivo ancora competitivo fisicamente. Ho sempre guardato con favore alla Movistar e le attese non sono state tradite. Nel 2024 sono riuscito a dimostrarmi competitivo tutto l’anno, arrivando a sfiorare la vittoria a una tappa della Vuelta a Castilla y León, piazzandomi secondo dietro a un certo Caleb Ewan. Alzare nuovamente le braccia al cielo sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Ora punto a concludere la carriera a fine 2026.

Per il 2025 quale sarà il tuo ruolo?
L’obiettivo principale sarà ancora focalizzato sul Giro d’Italia, verosimilmente come assistente di Gaviria. Debutterò a Maiorca, poi sicuramente disputerò Oman e UAE. In ballo ci sono la Tirreno-Adriatico, la Milano-Torino, la Milano-Sanremo e alcune classiche nel Belgio.

Nella tua lunga carriera c’è una corsa che non hai mai disputato?
Fra le corse più importanti direi il Giro dei Paesi Baschi perché di giornate adatte ai velocisti praticamente non ce ne sono. Le classiche le ho disputate un po’ tutte, perfino la Liegi-Bastogne-Liegi, non proprio adatta alle mie caratteristiche, ma si trattava di completare la squadra.

A quale classica sei più affezionato, oltre alla Milano-Sanremo?
Il Giro delle Fiandre senza dubbio. Correrlo è qualcosa di sensazionale, di incredibile, circondato da un milione di tifosi festanti. Il Fiandre ti rimane dentro. Meravigliose sono anche la Strade Bianche e la Parigi-Roubaix, ma preferisco godermele alla televisione!.

La pattuglia di professionisti e apprendisti professionisti friulani è sempre più numerosa. «Jonathan Milan vincerà ancora tanto, è solo all’inizio e ha watt fa vendere. Lo vedo bene come cacciatore di classiche di valore assoluto come la Roubaix e il Fiandre. Il mio compagno di squadra Manlio Moro forse sarà meno vincente ma ha tutte le carte in regola per una grande carriera professionistica perché ha la testa sulle spalle».