Commento al Vangelo della IV di Avvento, di don Renato De Zan

Benedetta tu fra le donne

Lc 1,39-45
39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44 Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto»

Il Testo

  1. La pericope di Lc 1,39-48 è incompleta perché il testo evangelico originale sarebbe Lc 1,39-56. La Liturgia ha soppresso tutto il canto del Magnificat (Lc 1,46-55) e il versetto conclusivo (Lc 1,56: “Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua”). L’intenzione della Liturgia è concentrare l’interesse sulle due donne, ponendo ovviamente Maria in primo piano. Per Maria, Elisabetta è il segno rivelatore che comprova la sua maternità messianica. Per Elisabetta, Maria è una presenza rivelatrice: il bambino nel grembo di Elisabetta danza (“sussulta” e “esulta di gioia”) di fronte a Maria come Davide danzò davanti all’arca dell’alleanza.
  2. Tra testo evangelico e formula liturgica non c’è nessuna differenza. Il testo di Lc 1,39 costituisce la premessa della scena successiva (Maria in viaggio verso una città di Giuda). Lc 1,40-41ab narra la scena del saluto fra le due donne. C’è, però, un particolare emozionante: “il bambino sussultò nel suo grembo”. Infine, nei vv. 41c-45 troviamo la parole di Elisabetta a Maria. Elisabetta parla come un profeta (“colmata di Spirito Santo”) ed esprime dei concetti di alto profilo teologico.