17 E 18 Novembre: Elezioni regionali. Emilia-Romagna e Umbria

Domenica e lunedì seggi aperti in Emilia-Romagna e Umbria per l’elezione dei vertici delle rispettive Regioni. Seggi aperti dalle 7 alle 23 il primo giorno, dalle 7 alle 15 il secondo. Con questa tornata si completa la serie delle elezioni regionali del 2024: quest’anno, infatti, sono già andate alle urne la Sardegna, l’Abruzzo, la Basilicata, il Piemonte e la Liguria

Domenica 17 e lunedì 18 novembre i cittadini dell’Emilia-Romagna e dell’Umbria sono chiamati a eleggere i vertici delle rispettive Regioni. Seggi aperti dalle 7 alle 23 il primo giorno, dalle 7 alle 15 il secondo.

Con questa tornata si completa la serie delle elezioni regionali del 2024: quest’anno, infatti, sono già andate alle urne la Sardegna, l’Abruzzo, la Basilicata, il Piemonte e la Liguria.

In Emilia-Romagna gli aventi diritto sono poco meno di 3 milioni e 600mila. Per la presidenza sono in lizza quattro candidati: Michele De Pascale, sostenuto da Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e sinistra, Riformisti e da una lista civica “del presidente”; Elena Ugolini, appoggiata da Fratelli d’Italia, Lega-Popolo della famiglia, Forza Italia-Noi moderati e dalla lista civica che porta il nome della candidata presidente; Federico Serra, espressione di una lista comune di sinistra (da Rifondazione a Potere al popolo) “per la pace, l’ambiente e il lavoro”; Luca Teodori, supportato da una lista d’ispirazione no-vax. Il sistema elettorale prevede sia il voto diretto per il presidente, sia il voto solo di lista (con possibilità di esprimere due preferenze di genere diverso) che si trasmette automaticamente al candidato presidente. È però consentito il voto disgiunto, segnando sulla scheda un candidato presidente e una lista non collegati tra loro.

I circa 700mila elettori dell’Umbria troveranno sulla scheda i nomi di nove candidati alla presidenza. L’uscente, Donatella Tesei, si ripropone con l’appoggio del centro-destra (FdI, Lega, Forza Italia, Udc, Noi moderati, Alternativa popolare e lista civica “del presidente”). Sul versante del centro-sinistra, Stefania Proietti è la candidata di Pd, M5S, Avs, Umbria Futura (che comprende anche Azione e +Europa) e di tre liste civiche. Ovviamente i riflettori sono puntati sulla sfida tra questi due esponenti politici, ma in campo ci sono anche altri sette aspiranti “governatori”: Elia Francesco Fiorini (Alternativa per l’Umbria); Martina Leonardi (Insieme per un’Umbria resistente); Giuseppe Paolone (Forza del popolo); Moreno Pasquinelli (Fronte del dissenso); Fabrizio Pignalberi (Quinto polo per l’Italia, Più Italia Sovrana); Marco Rizzo (Democrazia sovrana e popolare, Alternativa riformista); Giuseppe Tritto (Umani insieme liberi). Le modalità del voto sono analoghe a quelle di cui si è detto a proposito dell’Emilia-Romagna, con una differenza non irrilevante: non è possibile scegliere un candidato presidente e una lista non collegati tra loro.

Osservata speciale l’affluenza alle urne.

Pur nell’ambito di una tendenza discendente di lungo periodo, i precedenti sono molto altalenanti per effetto di fatti e situazioni legati al contesto locale. In Emilia-Romagna nelle regionali del 2020 aveva votato il 67,67% degli aventi diritto, ma in quelle del 2014 si era toccato il minimo storico con il 37,71%. Analogamente in Umbria: nel 2019 l’affluenza era stata del 64,69%, ma nelle regionali del 2015 si era fermata al 55,42, un minimo storico anche in questo caso. A titolo puramente indicativo per l’evidente disparità del confronto, nelle recenti elezioni europee in Emilia-Romagna gli elettori sono stati il 59,02% del totale e in Umbria il 60,8%.