Spettacoli
Giornate del Cinema Muto: al via la 43^ edizione
L’ultimo western muto di John Ford dal titolo “3 Bad Men” sarà il film di apertura sabato 5 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone, con la musica di Timothy Brock eseguita dall’Orchestra da Camera di Pordenone. Ecco il programma di sabato
“Mi chiamo John Ford e faccio western”. Così si presentava il grande regista identificando sé stesso e la propria opera con il genere cinematografico da lui più amato e praticato. Prima di capolavori come Ombre rosse o Sentieri selvaggi, Ford aveva girato molti western nell’era del muto, mettendo in luce anche in quelle prime opere una coerenza di temi e ambientazioni che contraddistingueranno tutta la sua produzione artistica. Ne è prova anche 3 Bad Men (I tre birbanti, US 1926), il film che
Molte sono le proposte della giornata di apertura del festival. La programmazione inizia
Al via nel pomeriggio (
A seguire, nel primo appuntamento con i classici proposti dal Canone, c’è il film Sorok Pervyi (L’isola della morte, USSR 1926) di Yacov Protazanov, regista che rappresenta la continuità del cinema in Russia tra il prima e il dopo la Rivoluzione d’ottobre. La nota dominante del film, che è anche una storia d’amore, non è idilliaca o romantica ma quella tragica della guerra civile.
Una delle principali retrospettive dell’edizione 2024 delle Giornate è dedicata all’America Latina, resa possibile dall’appassionata dedizione di archivisti che in molti casi lavorano in condizioni estremamente difficili, economiche e organizzative. Il programma curato da Paolo Tosini comprende film provenienti da Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Ecuador, Messico, Paraguay, Perù e Uruguay ed è la più ampia rassegna di film muti dell’America Latina mai realizzata. Nella giornata di apertura (
Un’altra rassegna di grande interesse riguarda la figura di Anna May Wong, la prima star sinoamericana che fu a lungo emarginata per il razzismo dominante a Hollywood e che solo negli ultimi tempi è stata risarcita con il conio della moneta da 25 centesimi di dollaro recante sul retro il suo ritratto, e con l’uscita sul mercato della bambola Barbie ispirata alla sua figura. Recitò in più di 70 film, di cui 37 muti, in America, Germania, Francia e Gran Bretagna. Grande la sua popolarità anche in Italia; Luigi Pirandello scrisse una sceneggiatura per lei e lei stessa raccontò in un articolo che lo scrittore le insegnò come si mangiano gli spaghetti ricevendo in cambio l’insegnamento a usare le bacchette. Il film di questa giornata (
Il film è anticipato da un frammento di Five Days to Live (Cinque giorni di vita, US 1922) di Norman Dawn con la più famosa star maschile di origine asiatica, Sessue Hayakawa, anch’egli vittima dell’odio razziale verso i giapponesi che si sviluppò già nel primo dopoguerra.
Completano il quadro della giornata, a precedere il film di John Ford, un eccezionale home-movie della famiglia dell’industriale Riccardo Biglia, che aveva commissionato alla Società Anonimo Ambrosio, tra il 1907 e il 1910, una serie di film in 35mm magnificamente conservati e depositati presso l’Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea.
E torna con un nuovo restauro il corto di Alfred J. Goulding Peg O’ the Mounted (US 1924) girato nel parco nazionale di Yosemite, con protagonista Diana Serra Cary, una delle bambine prodigio di Hollywood con il nome di Baby Peggy, che il pubblico delle Giornate ricorda con molto affetto per la sua partecipazione a tre edizioni del festival.
A chiudere la prima giornata, dopo la proiezione di 3 Bad Men di John Ford, il primo film della rassegna dedicata al cinema dell’Uzbekistan, Qlic [Klych; Voglio fare il macchinista ferroviario], del 1935, con la regia di Iuldash Agzamov, con protagonista un simpatico ragazzino che vive in uno sperduto villaggio di campagna e che va alla scoperta della grande città. Il regista è una figura importante del cinema dell’Asia centrale, attivo fino agli anni ’80 anche nella realizzazione di cinegiornali e documentari.
Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.
