Pordenone
Domenica 6: festa di istituto in vista del Centenario al Don Bosco
Domenica la tradizionale festa di istituto in attesa della mattinata celebrativa, il 19 ottobre, del Centenario della presenza salesiana a Pordenone e dei 200 anni dal Sogno di Don Bosco
Cento anni dell’Opera salesiana a Pordenone, nel 200° anniversario dal sogno di San Giovanni Bosco: con queste due festività nella mente, il Don Bosco di Pordenone festeggerà i “primi” cento anni di servizio. Domenica domenica 6 ottobre con gli allievi durante la festa di istituto, e soprattutto con una mattinata interamente dedicata alle celebrazioni per il Centenario, sabato 19 ottobre, quando a Pordenone giungerà da Roma il Vicario del Rettor Maggiore,don Stefano Martoglio, vertice mondiale della Congregazione e da mestre l’Ispettore Nordest don Silvio Zanchetta. La mattinata inizierà con la messa delle 9.30 presieduta da Martoglio cui seguirà la presentazione del libro per i cento anni di presenza salesiana a Pordenone, a cura di Giovanna Calvo. Oltre alle autorità, interverranno i rappresentanti dell’Unione degli ex Allievi e allieve, mentre alle 12.45 inaugurerà la mostra fotografica permanente nel porticato (la mattinata in Teatro è su invito per ragioni di capienza, la messa è aperta a tutti). La presenza del Don Bosco a Pordenone è iniziata nel 1920 quando don Giuseppe Marin fondò un centro-pensionato per gli alunni delle scuole cittadine intitolato a Don Bosco che nel 1924 venne affidato ai Salesiani (primo direttore don Renato Ziggiotti). Nel corso del secolo il Don Bosco è stato anche il primo liceo classico della città. Oggi con oltre una sessantina tra educatori e docenti, cinquecento tra alunni della primaria (guidata dalla preside Daniela Diana) e studenti della scuola secondaria di primo grado (guidati dal neodirettore don Nicola Toffanello SdB coadiuvato da due docenti laici), e un oratorio molto attivo vivacizzato da don Roberto Cappelletti SdB che conta oltre cento animatori, il Don Bosco di Pordenone è più in forze che mai, concentrato sul primo ciclo dell’istruzione. “Operiamo sempre all’insegna del motto buoni cristiani, onesti cittadini portando avanti il sistema preventivo di don Bosco, che è un sistema educativo che promuove l’educazione integrale della persona, e si fonda su tre pilastri: ragione, religione, amorevolezza” spiega il direttore della Casa don Livio Mattivi, che in funzione di moderatore è anche co-parroco della Parrocchia Don Bosco assieme a don Rossano Zanellato. “Seguendo gli insegnamenti di San Giovanni Bosco, dopo la pandemia abbiamo apposto sull’edificio la scritta felici a scuola, convinti che un’identità chiara, non radicalizzata, ma all’insegna di una forte impronta educativa umana in un clima di serenità sia fondamentale per i nostri studenti. Il cortile rimane il perno dell’attività educativa, luogo di relazione e aggregazione, in un clima allegro che consente di trarre energie nuove e concentrazione anche a beneficio dell’attività didattica. Qui non c’è qui sorveglianza, bensì assistenza educativa. Fondamentale è il cammino della persona integrale anche nel porsi a servizio dei più piccoli. Questa attitudine speriamo rafforzi la formazione della coscienza, della persona, della sua umanità, come messa in pratica della carità. Lo spirito salesiano promuove il sacramento della presenza: il salesiano deve stare tra i ragazzi, in mezzo a loro, lasciando la libertà, quella dell’educatore e dunque dei docenti è una presenza costante. Come diceva don Bosco, c’è sempre un punto accessibile al bene, in ciascuno di noi, specialmente nei giovani. Occorre trovare quel punto, che differisce per ciascuna persona, per aiutarli a trovare le risorse necessarie ad affrontare la vita” prosegue don Livio. Assi portanti dell’attività didattica, sia della primaria sia della secondaria di primo grado, sono il potenziamento della lingua inglese in ottica CLIL (l’uso dell’inglese come lingua principale in alcune lezioni) e dell’approccio STEM (materie scientifiche). Tre sono gli indirizzi delle medie (internazionale, musicale-scientifico, sportivo-ambientale), mentre le elementari hanno attivato il progetto (Imparare facendo). “Più che indirizzi, sono progetti, con cui miriamo a stimolare i ragazzi a scoprire la loro inclinazione” spiega il direttore. A guardare dall’alto i giovani allievi e studenti, c’è Maria Ausiliatrice. Nella ricorrenza del 200° anniversario del sogno di Don Bosco (che ricevette da Maria Ausiliatrice la traccia da seguire, quella di trasformare i lupi in agnelli) è tornata a vegliare sull’Opera (l’edificio di Pordenone fu progettato dall’architetto Domenico Rupolo) la statua di Maria Ausiliatrice originaria di cento anni fa, il cui restauro è avvenuto per il voto espresso durante la pandemia dal direttore don Livio Mattivi. La statua è stata riposizionata sulla torretta più alta, accanto ai mosaici di San Giovanni Bosco e di San Domenico Savio. “La statua è di grande pregio, in legno, ha cento anni ed è stata realizzata in Val Gardena, ha una fattura straordinaria. Noi siamo una congregazione mariana, la Madonna veglia su di noi e sulle famiglie che a lei hanno affidato i propri figli” conclude il direttore del Don Bosco. Altre donazioni sono state realizzate e saranno presentate durante la celebrazione del centenario il 19 ottobre. Le giornate di scuola aperta saranno il 12 e 13 ottobre, il 16 e 17 novembre, il 14 e 15 dicembre e l’11 e 12 gennaio.