Commento al Vangelo
Domenica 13 ottobre, commento di don Renato De Zan
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago
Mc 10,17-30
In quel tempo,
Il Testo
1. Il testo biblico e quello della formula liturgica di Mc 10,17-30 coincidono (fatto salvo per l’aggiunta dell’incipit liturgico “In quel tempo…….Gesù..”). Letterariamente è suddivisibile in tre pericopi. La prima pericope presenta l’incontro tra Gesù e l’uomo ricco che voleva ereditare la vita eterna (Mc 10,17-22). In questo testo Gesù propone dei comandamenti con un ordine strano e introducendone uno che non esiste nel decalogo. La seconda pericope contiene l’insegnamento di Gesù sulla ricchezza e sui suoi pericoli (Mc 10,23-27). L’ultima pericope presenta la risposta di Gesù a Pietro sulla ricompensa a chi ha lasciato tutto per essere discepolo del Maestro (Mc 10,28-31).
2. Gesù cita i comandamenti in questo modo: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Nel testo ebraico di Es 20,12-16 l’ordine dei comandamenti è il seguente: “Onora tuo padre e tua madre, non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non pronuncerai falsa testimonianza”. Nel testo greco dei LXX, invece, si ha: “Onora tuo padre e tua madre, non commetterai adulterio, non ruberai, non ucciderai, non pronuncerai falsa testimonianza”. Gesù non cita né il testo ebraico, né quello greco. Cita a modo suo, introducendo un comandamento (“non frodare”) che non c’è nel decalogo, ma nella morale profetica (cf Ger 6,13). Gesù vuole semplicemente dire che c’è una gerarchia nei comandamenti e che i comandamenti non sono tutti nel decalogo.
L’Esegesi
1. L’obiettivo del ricco è lodevole: vuole ereditare la vita eterna. La proposta dei comandamenti sarebbe sufficiente, ma Gesù “fissò lo sguardo su di lui, lo amò”. La proposta più impegnativa nasce con una esperienza particolare: l’esperienza dell’amore di Gesù per la persona. Il discepolato nasce qui. La persona, dunque, è chiamata a scegliere tra l’amore di Gesù e la ricchezza. Il dilemma dell’uomo ricco sta tutto qui. Poteva restare ricco? Certamente. Ci sono persone che hanno un dono particolare e abbandonano tutto (cf S, Francesco). Ci sono altre che pongono a servizio degli altri la propria ricchezza. Le donne in Lc 8,1-3, infatti, servivano Gesù e i discepoli “con i loro beni”. Ciò che Gesù chiede nel discepolo è il cuore libero: “Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore” (Lc 12,34). Il ricco non è riuscito ad avere il cuore libero dalle ricchezze.
2. “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Cosa c’entra il cammello con la cruna dell’ago. Su questa frase sono corsi fiumi d’inchiostro. Due sono le soluzioni attuali. La prima si rifà alla pronuncia reuchliniana (da Hans Reuchlin, primo professore di greco in Germania, 1455-1522). Secondo questa pronuncia i due vocaboli greci “kàmelos” (cammello) e “kàmilos” (gomena, corda) si pronunciano allo stesso modo. Da qui potrebbe essere nato l’equivoco. Colui che dettava disse “kàmilos”, ma l’amanuense ritenne che non si trattasse della corda, ma del cammello e scrisse “kàmelos”. La seconda soluzione è un’ipotesi. Nelle mura di Gerusalemme ci sarebbe stata una porticina minuscola, chiamata “cruna d’ago”, dove poteva passare solo una persona e sicuramente non un cammello. Al di là della soluzione, il concetto rimane: si tratta di una cosa impossibile.
3. Alla domanda di Pietro, che ha il sapore dello scambio (io dono, ma cosa ricevo?), Gesù risponde con la libertà che gli è tipica. Nella comunità dei discepoli tutto è a servizio di tutti (il discepolo riceve oggi “cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi). Così testimoniano gli Atti degli Apostoli: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. (At 4,32). Accanto a questo, però, il discepolo riceve “già ora” anche persecuzioni e “la vita eterna nel tempo che verrà”.