Pordenone
A Udine e Pordenone accolgono “Iddu” il 15 ottobre con la regia del film
«La realtà è un punto di partenza, non una destinazione»: qui troviamo tutta l’essenza di Iddu – L’ultimo padrino: un’opera dove giganteggiano Elio Germano e Toni Servillo. Una commedia nera del regista Grassadonia con Antonio Piazza, che sarà martedì 15 ottobre al Visionario di Udine (al termine della proiezione delle 20.15) e a Cinemazero di Pordenone (20.45).
«La realtà è un punto di partenza, non una destinazione», si legge all’inizio del film, e dentro quelle parole troviamo tutta l’essenza di Iddu – L’ultimo padrino: un’opera dove giganteggiano Elio Germano e Toni Servillo e dove la realtà, appunto, diventa realismo magico. Una commedia nera e sorprendente che Fabio Grassadonia, di cui è regista assieme ad Antonio Piazza, accompagnerà martedì 15 ottobre al Visionario di Udine (al termine della proiezione delle ore 20.15) e a Cinemazero di Pordenone (20.45).
Sicilia, primi anni 2000. Dopo essere stato in prigione per mafia, il politico di lungo corso Catello Palumbo ha perso tutto. E quando i servizi segreti gli chiedono aiuto per catturare il figlioccio Matteo, ultimo grande latitante in circolazione, l’ex sindaco ne approfitta per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Palumbo dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il padrino. Un azzardo che, con uno dei criminali più ricercati al mondo, comporta un certo rischio…
Raccontano Grassadonia e Piazza: «Abbiamo iniziato a sviluppare Iddu nel 2020, tre anni prima dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Il giorno dell’arresto, 16 gennaio 2023, eravamo già in preproduzione. Ciò che si è venuto a scoprire della sua vita dal momento dell’arresto in poi ha confermato le intuizioni avute negli anni di studio di questa figura, quando per l’opinione pubblica il latitante era un fantasma indecifrabile e si dubitava perfino che fosse ancora in vita».
Iddu, ricordiamo, è il capitolo finale della trilogia iniziata nel 2013 con Salvo e proseguita nel 2017 con Sicilian Ghost Story: «Un’esplorazione tematica, articolata in tre film di tre generi, che rielabora il senso e i sentimenti generati dalla nostra esperienza di vita in Sicilia negli anni ’80 e ’90, anni del dominio claustrofobico della mafia e delle conseguenze antropologiche e sociali di questo dominio nel presente».
La sceneggiatura di Iddu, scritta dagli stessi Grassadonia e Piazza, trae libera ispirazione dai famigerati pizzini che Matteo Messina Denaro produceva durante la latitanza. In particolare, dal carteggio del 2004 tra il padrino e l’ex sindaco di Castelvetrano e dal contesto (tragico, ridicolo, paradossale) che quelle lettere dischiudono.