Diocesi
Viaggio tra le chiese rupestri della Cappadocia
Viaggio-pellegrinaggio in Terra santa di Turchia guidato magistralmente da don Maurizio Girolami, 45 persone al seguito. Il pellegrinaggio è iniziato dalla bellissima Cappadocia, tradotto "Paese dei bei cavalli", famosa per le mongolfiere e i "camini delle fate". Suggestive le chiese rupestri, oggi patrimonio dell’Unesco, che testimoniano l’antica presenza del culto cristiano.
Si è svolto dal 15 al 21 luglio 2024 il viaggio-pellegrinaggio in Terra santa di Turchia, organizzato in modo dettagliato e preciso da don Maurizio Girolami, ottima guida spirituale, al quale hanno partecipato 45 persone provenienti in particolare dalle parrocchie di Corva ed Azzano Decimo, ma anche da altri paesi della diocesi. Il pellegrinaggio è iniziato dalla bellissima Cappadocia, tradotto “Paese dei bei cavalli”, famosa per le mongolfiere e i “camini delle fate”. Suggestive le chiese rupestri, oggi patrimonio dell’Unesco, che testimoniano l’antica presenza del culto cristiano. Si tratta di piccoli edifici, incastonati nella roccia di tufo, realizzati da comunità monastiche; significativi sono i refettori con le tavole e le panche in roccia e gli affreschi che decorano le pareti e le volte delle chiesette. Diversi raffigurano scene dei vangeli apocrifi, come quello del Protoevangelo di san Giacomo, che narra della levatrice che aiutò Maria durante il parto, testimone pure della sua verginità. Con negli occhi i vivaci colori delle scene evangeliche, il gruppo ha incontrato la luce del Vangelo vissuto nel nascondimento in Luca e Angela, due missionari laici che prestano il loro servizio anche nella Casa Betania voluta dalla diocesi di Trento dopo il Giubileo del 2000 per ringraziare i santi originari della Cappadocia, Alessandro, Sisinnio e Martirio, che evangelizzarono il Trentino. Il viaggio è continuato, oltrepassando i monti Tauri, alla volta di Tarso, città natale di San Paolo, dove la chiesa a lui dedicata è oggi un museo, per giungere a Mersin, ove oggi vi è una chiesa guidata dai frati francescani composta da ben 120 famiglie, un numero elevato per la chiesa di Turchia. Poi è stata la volta di Seleucia di Isauria (Silifke): qui si possono vedere i luoghi dove Santa Tecla, apostola di Paolo, protomartire ed evangelizzatrice, si ritirò per sfuggire al padre che la voleva dare in sposa. Si tratta di uno dei primi esempi di opposizione da parte dei cristiani ai matrimoni combinati. Tecla si rifugiò in una grotta e compiva guarigioni. Proseguendo a Konya (Iconio), città più volte visitata da San Paolo, la guida locale ci ha portati al Mausoleo di Mevlana, un mistico persiano che fu capo dei “dervisci rotanti” e che compose tantissime poesie in cui sosteneva il valore dell’amore e dell’estasi. In questa città, abbiamo conosciuto Maria Grazia, consacrata laica, che da anni cura la locale piccola comunità cristiana con una fede e passione entusiasmanti. Antiochia di Pisidia e Perge conservano resti archeologici di città romane con strade lastricate, colonnati, basiliche e teatri che furono frequentati dall’apostolo delle genti per diffondere il Vangelo.Sono stati giorni intensi, ricchi di splendidi paesaggi, rovine antiche, memorie cristiane, ma anche di volti saggi e sguardi profondi che ci hanno fatto riflettere sul nascondimento in cui vivono le comunità cristiane in questa terra toccata dalla predicazione di San Paolo. I 2800 km percorsi in pullman, intrattenuti dalle sapienti e approfondite spiegazioni e narrazioni di don Maurizio, ci hanno presentato un Paese pieno di contrasti, con stili di vita e modelli sociali molto diversi fra loro, dove, nonostante l’ostilità del governo, per cui ad esempio non è possibile avere in pubblico segni di riconoscimento cristiani e fare attività di catechesi, alcune persone tengono acceso il flebile lume della fede cristiana. A loro va il nostro ricordo, il ringraziamento e l’incoraggiamento poiché come scrisse san Paolo: “Quando sono debole, è allora che sono forte”. Luisella ZanetteMario Lunardelli