Chiesa
Settimana sociale: Zuppi: “grazie ai giornalisti per aver fatto conoscere tanta vita vera”.
Al centro dei lavori, ha ricordato il presidente della Cei, c’è stata la dottrina sociale della Chiesa, ma “non come giustificazione o come pretesto per qualche altra operazione”. Alla Settimana sociale dei cattoilci italiani partecipano circa 1.200 persone, di cui 368 donne, 310 giovani e altre 80 uomini. Circa 70 le “buone pratiche” che hanno animato gli omonimi villaggi in tutta la città.
(Trieste) “Far conoscere tanta vita vera, tanta gente vera”. Il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha ha sintetizzato il compito dei giornalisti, ringraziandoli in una dichiarazione rilasciata al Centro congressi di Trieste, nella penultima giornata della Settimana sociale, durante la quale si sono ascoltate “tante esperienze concrete in cui la dottrina sociale della Chiesa è esperienza di tanti ragazzi, uomini e donne, tante donne come abbiamo visto”. Per il cardinale, si è trattato “non di una esortazione ma di una grande emersione di una bellissima realtà della vita della Chiesa, qualche volta poco conosciuta, quotidiana, feriale”. “Vera partecipazione”: così Zuppi ha definito il clima delle le cinque giornate della Settimana sociale di Trieste, “il cui tema è stata la persona: sono convinto che produrrà anche tanta consapevolezza e tanta vita”. “In un momento di tanta disaffezione, di disillusione, non abbiamo fatto la predica: abbiamo raccolto e fatto parlare tutte le nostre comunità”, ha precisato il cardinale. Al centro dei lavori, ha ricordato il presidente della Cei, c’è stata la dottrina sociale della Chiesa, ma “non come giustificazione o come pretesto per qualche altra operazione”. Alla Settimana sociale dei cattoilci italiani partecipano circa 1.200 persone, di cui 368 donne, 310 giovani e altre 80 uomini. Circa 70 le “buone pratiche” che hanno animato gli omonimi villaggi in tutta la città.