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Commissione Ue: procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo per l’Italia e altri 6 Paesi
La Commissione europea ha annunciato che per l’Italia e altri sei Stati membri (Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia) ci sono gli estremi per l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo basata sul deficit alla luce della relazione periodica in cui è stata valutata la conformità di 12 Paesi al criterio del disavanzo stabilito dal trattato sul funzionamento dell’Ue
La Commissione europea ha annunciato oggi, mercoledì 19 giugno, che per l’Italia e altri sei Stati membri (Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia) ci sono gli estremi per l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo basata sul deficit alla luce della relazione periodica in cui è stata valutata la conformità di 12 Paesi al criterio del disavanzo stabilito dal trattato sul funzionamento dell’Ue, disavanzo che non deve superare il 3% del Pil, ha spiegato il commissario Paolo Gentiloni in conferenza stampa. Nel caso dell’Italia, insieme a Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, sono diminuite le vulnerabilità “ma continuano a destare preoccupazione”, e gli “squilibri eccessivi” registrati in precedenza si sono ridotti a “squilibri”. L’annuncio è avvenuto oggi durante la conferenza stampa di presentazione degli orientamenti politici agli Stati membri nell’ambito del pacchetto di primavera del semestre europeo 2024. L’Ue è “determinata ad adottare ulteriori misure per rafforzare la propria competitività, prosperità e leadership a lungo termine sulla scena globale”, si legge nella nota, e per rafforzare la propria autonomia strategica. Ci sono da affrontare “sfide strutturali che ne ostacolano la competitività” per cui occorre garantire “una maggiore crescita della produttività e maggiori investimenti” e far fronte alle persistenti carenze di manodopera e competenze. Le previsioni economiche di primavera 2024 indicano una crescita dell’1% del Pil nell’Ue e dello 0,8% nella zona euro per l’anno in corso mentre nel 2025, la crescita dovrebbe essere rispettivamente dell’1,6% e 1,4%, mentre l’inflazione dovrebbe passare dal 6,4% del 2023 al 2,2% nel 2025.