Attualità
Primo maggio: Mattarella, “prioritario il contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro”. “Vigilare su sfruttamento e caporalato”
“Un tema prioritario per il quale è necessario un impegno determinato ed efficace è quello del contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro. Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse – anche una sola – è inaccettabile”. Lo ha affermato questa mattina, martedì 30 aprile, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
“Un tema prioritario per il quale è necessario un impegno determinato ed efficace è quello del contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro. Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse – anche una sola – è inaccettabile”. Lo ha affermato questa mattina, martedì 30 aprile, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento pronunciato in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino nella celebrazione della Festa del lavoro.Il Capo dello Stato ha sottolineato che “le politiche del lavoro non possono che orientarsi verso una riduzione degli squilibri. Non possiamo ignorare le aree di marginalità e di sofferenza: ne va della pienezza della cittadinanza”. Mattarella si è poi soffermato sul tema dell’immigrazione, specialmente riguardo al mondo dell’agricoltura. “I lavoratori migranti – ha osservato – sono parte essenziale della produzione agricola e delle successive trasformazioni dei suoi prodotti. Ma, in alcuni casi, aree grigie di lavoro – che confinano con l’illegalità, con lo sfruttamento o addirittura se ne avvalgono – generano anzitutto ingiustizia e, inoltre, insicurezza, tensioni, conflitti. E offrono spazi alle organizzazioni criminali. Vigilare, quindi, è un preciso dovere. Sulle delinquenziali forme di caporalato. Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità”.