Pordenone, 16 marzo: Consegna premio Cavallini

Presenti Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, premiati Emma Marcegaglia, Giorgio Montefoschi e Bruno Vespa. Appuntamento alle 20.30 al Convento San Francesco In Pordenone

La consegna il 16 marzo a San Francesco

 

I Premi Cavallini assegnati da Vittorio e Elisabetta Sgarbi

 

Doveva avvenire il 14 ottobre scorso, ma problemi vari ne bloccarono lo svolgimento: parliamo del conferimento dei Premi Cavallini 2023, fissato ora per sabato 16 marzo (ore 20,30) nel Convento San Francesco a Pordenone. Lo hanno reso noto il presidente del Comitato organizzatore del Premio, Maurizio Salvador, e Valentina Gasparet, curatrice dell’evento.

I prescelti da Vittorio ed Elisabetta Sgarbi in ricordo dello zio Bruno Cavallini, della mamma Rina e della zia Romana, sono Emma Marcegaglia, Premio speciale: per l’intelligenza, la cultura imprenditoriale, la portata innovativa della visione e la determinazione che l’hanno imposta come una autentica eccellenza italiana; Giorgio Montefoschi, Premio per la narrativa: un autore tra i più profondi, intensi e sorprendenti della scena letteraria italiana; Bruno Vespa, Premio per la saggistica: un protagonista assoluto dell’informazione, dell’analisi politica e sociale italiana.

Il Premio Cavallini venne istituito da Vittorio Sgarbi nel 1996 a Barcis e giunge quindi alla 25ma edizione. Da qualche anno, come si diceva, il premio, oltre che a Bruno Cavallini, è intitolato anche alle sorelle Romana e Rina: tre personalità molto diverse, ma tutte accomunate da una speciale sensibilità artistica e da una altrettanto speciale forza di carattere.

A consegnare il Premio, promosso con il patrocinio di Regione Fvg, Comuni di Pordenone e di Barcis e Pro Barcis, saranno i fratelli Sgarbi; la serata sarà coordinata da Maurizio Salvador, che nel 1996 da sindaco di Barcis accolse con entusiasmo l’idea del premio, e da Valentina Gasparet.

“Il Premio Cavallini è un derivato del Premio Giuseppe Malattia della Vallata – ha scritto Vittorio Sgarbi –, con Gaio Fratini, primo premiato, al quale sono seguiti in 25 anni importanti esponenti del mondo della cultura contemporanea nei vari campi del sapere (dalla letteratura alla ricerca scientifica, dalla musica al teatro) tra i più conosciuti in Italia e in Europa”. 

A proposito dello zio Bruno Cavallini, Vittorio Sgarbi afferma: “Quel riottoso zio, coltissimo, sofisticato e sottile, quasi un Bobi Bazlen che quasi nulla scriveva, era totalmente estraneo a ogni forma di potere culturale, e l’unico potere che poteva rappresentare era quello della sua intelligenza, della sua passione, delle sue idee”.

Per Elisabetta Sgarbi, la zia Romana era “silenziosa e bellicosa, più appartata di suo fratello e sua sorella, ma altrettanto tumultuosa interiormente, e altrettanto affidata alla poesia”. Mentre della mamma Rina dice che col tempo “mi sembra di pensare sempre più come lei, con la stessa passione e la stessa intransigenza, la stessa violenza fatta di amore per le cose e le persone”.

Nico Nanni