Pasqua in Terrasanta, card. Pizzaballa: “Avere il coraggio di difendere la dignità di ogni vita”

“Vivere la Pasqua oggi, ed essere, qui e oggi, uomini e donne della risurrezione, significa avere il coraggio di difendere la dignità di ogni vita, di non temere la notte che incombe...Non possiamo restare fermi nella notte"

“Vivere la Pasqua oggi, ed essere, qui e oggi, uomini e donne della risurrezione, significa avere il coraggio di difendere la dignità di ogni vita, di non temere la notte che incombe, restando fermi e intimoriti, chiusi nei nostri cenacoli”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme nella Messa di Pasqua celebrata ieri mattina nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. “Nel duello tra notte e giorno, tra morte e vita, noi vogliamo essere coloro che scelgono la vita. Vogliamo, cioè, essere coloro che hanno il coraggio di scommettere sulla pace, di continuare ad avere fiducia nel prossimo, a non temere i tradimenti, essere capaci, senza stancarsi, di ricominciare ogni volta daccapo a costruire relazioni di fraternità, perché mossi non dall’attesa di successo, ma dal desiderio di bene e di vita che il Risorto ha immesso nei nostri cuori”. “Vogliamo tutto questo, perché oggi noi crediamo e annunciamo che Dio Padre si è fatto spazio nella vita di ciascuno di noi, per sempre. La risurrezione – ha dichiarato il patriarca – è l’irruzione della sua vita nella nostra, della forza del suo amore in noi. Per questo non possiamo restare fermi nella notte, per questo siamo corsi anche noi qui, al sepolcro di Cristo, e per questo da qui noi oggi vogliamo uscire e riprendere con slancio il nostro impegno per costruire con fiducia nella Chiesa e con la Chiesa, relazioni di vita e di amore”. Da qui l’impegno per “scelte audaci, capaci di rispondere alle attese di tutti. Dovremo impegnarci sul serio affinché le parole come ‘speranza, pace, verità, perdono e incontro’ tornino ad avere un senso e vengano percepite come credibili da tutti noi, ponendo nel territorio gesti che poco alla volta ricostruiscano la fiducia così profondamente ferita”.

Questa consapevolezza, ha aggiunto, “non ci rende esenti dall’esperienza della prova, del dolore, della notte, come constatiamo ogni giorno. Tutto questo rimane, ma non è più una condanna: in queste situazioni può entrare la fiducia che Dio è con noi, che anche da lì Lui può trarre la vita. Che anche lì Lui darà la vita e non la morte. Dove si scommette sulla fiducia, lì trionfa il Risorto. Nello spirito del Risorto vogliamo essere il lievito che fa fermentare tutta la pasta (1Cor 5,6), “fiaccole accese nella notte” e “semi di bene in una terra lacerata da conflitti” (lettere di Papa Francesco a Cattolici di Terra Santa), il piccolo resto che non cede, non arretra, ma che con entusiasmo e coraggio, vinta ogni paura, lo precede. In Galilea, nelle nostre case, nelle nostre Chiese, dove l’uomo è solo o perduto, là vogliamo andare, per dire ancora una volta, che il Signore ci ha visitato, lo abbiamo visto. Il Risorto è ancora qui tra noi, e ovunque ci precede. E ci attende”.