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Speciale Agricoltura / Non si ferma la battaglia di Coldiretti a Bruxelles
Intervista a Matteo Zolin presidente di Coldiretti Pordenone, “basta alla concorrenza sleale e ai prezzi sottocosto riconosciuti ai produttori”
Torneremo a manifestare a Bruxelles il 26 febbraio e tutte le volte che sarà necessario fino a quando non avremo ottenuto risposte esaustive rispetto ai bisogni che gli agricoltori italiani ed europei hanno”. Lo ha annunciato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Della delegazione faranno parte anche numerosi dirigenti della Coldiretti di Pordenone. “Continueremo così – commenta il presidente di Coldiretti Matteo Zolin – la nostra battaglia sul territorio e a Bruxelles nelle sedi che riteniamo più opportune”. Nei giorni scorsi avete incontrato centinaia e centinaia di imprenditori? “Oltre cinquecento fra gli incontri mandamentali e le assemblee che abbiamo volute definirle: Orgoglio Coldiretti. Abbiamo incontrato le imprese ma soprattutto la base. I problemi ci sono anche da noi e ci lavoriamo sodo, come sempre, cercando di raggiungere obiettivi concreti”. Quali? Confronto sui problemi che interessano le singole filiere, definizione delle priorità trasversali ai diversi territori e ulteriori azioni da mettere in campo dopo aver ascoltato le proposte delle imprese e della base ma l’obiettivo irrinunciabile e fondamentale è la difesa del reddito delle imprese”. Partiamo dalle priorità delle vostre battaglie “Noi siamo stati il primo Paese -sulla spinta della Coldiretti- a vietare la commercializzazione di prodotti fatti in laboratorio, come la carne sintetica. Ora vogliamo ottenere lo stesso risultato in Europa. Ci hanno detto che eravamo degli illusi perché nessuno ci avrebbe dato credito, invece ci sono già diciassette Paesi che hanno sottoscritto il documento con cui chiederemo più ricerca a tutela della salute dei cittadini di tutta l’Unione europea”. La Commissione propone una nuova deroga al divieto di coltivare il 4% della superficie aziendale per ricevere la Pac. Questa deroga varrà già per la Pac 2024? “Noi abbiamo chiesto la cancellazione di una scelta folle dell’era Timmermans. Siamo in attesa di vedere il testo definitivo del regolamento ma ho incontrato il Ministro per confrontarci su questo punto, su cui va fatta chiarezza: vogliamo coltivare senza vincoli. Abbiamo ottenuto la sospensione di quella misura per il 2023 a causa della guerra, ma era propedeutica alla cancellazione. Puntiamo decisamente a quella”. Una revisione della Pac era già in programma: oltre al 4% cosa chiedete? “Ci sono molte criticità da affrontare. Servono più fondi soprattutto per i giovani. Invertire la rotta sulle follie green. Partiamo dal regolamento sui prodotti fitosanitari e quello sul packaging, o sul ripristino della natura che è una grande presa in giro: cosa ripristini senza gli agricoltori? Chi terrà puliti i fossi, chi controllerà il dissesto idrogeologico? Se la Pac è una zavorra burocratica che impedisce persino di accedere ai contributi è normale che le aree interne si spopolino, perché gli agricoltori se non possono mantenersi con il loro lavoro debbono cercarsene un altro. Occorre dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno”. A livello nazionale tutto bene? “Ricordo che Coldiretti a settembre ha denunciato Lactalis, la maggiore multinazionale nel settore lattiero caseario, e quest’anno abbiamo ottenuto i primi risultati. Quindi la nostra battaglia non è di questi giorni e proseguirà nei mesi futuri” Una questione di prezzi? “Certo. È un argomento scottante. Multinazionali e industria, molte volte riconoscono un prezzo alle imprese agricole che è inferiore ai costi di produzione. Poi il prezzo al banco dei supermercati moltiplica in maniera esponenziale.