La Parola del Papa
6 gennaio, Epifania, Angelus di Papa Francesco
La vicinanza al popolo iraniano colpito dall'attentato di tre giorni fa, il ricordo del 60 dall'abbraccio tra Paolo VI e Atenagora. Francesco ha anche chiesto di pregare «per la pace, per la pace in Medio Oriente, in Palestina, in Israele, in Ucraina, in tutto il mondo. Tante vittime delle guerre, tanti morti, tanta distruzione. Preghiamo per la pace»
Conclusa, nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Santa Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore, alle ore 12 il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buona festa!
Oggi celebriamo l’Epifania del Signore, cioè la sua manifestazione a tutti i popoli, impersonati dai Magi (cfr Mt 2,1-12). Essi sono dei saggi ricercatori che, dopo essersi lasciati interrogare dall’apparizione di una stella, si mettono in cammino e giungono a Betlemme. E lì trovano Gesù, «con Maria sua madre», si prostrano e gli offrono «oro, incenso e mirra» (v. 11).
Uomini sapienti che riconoscono la presenza di Dio in un semplice Bambino: non in un principe o in un nobile, ma in un figlio di povera gente, e si prostrano davanti a Lui, adorandolo. La stella li ha condotti lì, davanti a un Bimbo; e loro, nei suoi occhi piccoli e innocenti, colgono la luce del Creatore dell’universo, alla cui ricerca hanno dedicato l’esistenza.
È l’esperienza decisiva per loro e importante anche per noi: in Gesù Bambino, infatti, vediamo Dio fatto uomo. E allora guardiamo a Lui, meravigliamoci della sua umiltà. Contemplare Gesù, restare davanti a Lui, adorarlo nell’Eucaristia: non è perdere tempo, ma è dare senso al tempo. Adorare non è perdere tempo, ma dare senso al tempo. Questo è importante, lo ripeto: adorare non è perdere tempo, ma dare senso al tempo. È ritrovare la rotta della vita nella semplicità di un silenzio che nutre il cuore.
E troviamo anche il tempo per guardare i bambini, come i Magi guardano Gesù: i piccoli che pure ci parlano di Gesù, con la loro fiducia, la loro immediatezza, il loro stupore, la loro sana curiosità, la loro capacità di piangere e ridere con spontaneità, di sognare. Dio si è fatto così: Bambino, fiducioso, semplice, amante della vita (cfr Sap 11,26).
Se staremo davanti a Gesù bambino e in compagnia dei bambini impareremo a stupirci e ripartiremo più semplici e migliori, come i Magi. E sapremo avere sguardi nuovi, sguardi creativi di fronte ai problemi del mondo.
Chiediamoci dunque: in questi giorni ci siamo fermati ad adorare, abbiamo fatto un po’ di spazio a Gesù nel silenzio, pregando davanti al presepe? Abbiamo dedicato del tempo ai bambini, a parlare e a giocare con loro? E infine, riusciamo a vedere i problemi del mondo con lo sguardo dei bambini?
Maria, Madre di Dio e nostra, accresca il nostro amore per Gesù Bambino e per tutti i bambini, specialmente quelli provati da guerre e ingiustizie.
Cari fratelli e sorelle!
Sessanta anni fa, proprio in questi giorni, il Papa San Paolo VI e il Patriarca Ecumenico Atenagora si incontrarono a Gerusalemme, rompendo un muro di incomunicabilità che per secoli aveva tenuto lontani cattolici e ortodossi. Impariamo dall’abbraccio di quei due grandi della Chiesa sulla strada dell’unità dei cristiani, pregando insieme, camminando insieme, lavorando insieme.
E pensando a quello storico gesto di fraternità compiuto a Gerusalemme, preghiamo per la pace in Medio Oriente, in Palestina, in Israele, in Ucraina, in tutto il mondo. Tante vittime delle guerre, tanti morti, tanta distruzione… Preghiamo per la pace.
Esprimo la mia vicinanza al popolo iraniano, in particolare ai familiari delle numerose vittime dell’attacco terroristico avvenuto a Kerman, ai tanti feriti e a tutti coloro che sono colpiti da questo grande dolore.
L’Epifania è la Giornata dell’Infanzia Missionaria. Saluto i bambini e i ragazzi missionari del mondo intero, li ringrazio per il loro impegno nella preghiera e nel sostegno concreto all’annuncio del Vangelo e, in particolare, alla promozione dei ragazzi nelle terre di missione. Grazie, grazie tante a voi!
Accolgo con gioia i partecipanti al corteo storico-folcloristico, che quest’anno è dedicato al territorio della Valle del fiume Tevere, ai suoi valori umani e religiosi.
Saluto i fedeli venuti dalla Germania, i giovani del Movimento “Tra Noi”, gli “Amici della storia e delle tradizioni” di Carovilli, il gruppo AVIS di Paderno Franciacorta. Ed estendo la mia benedizione ai partecipanti al grande Corteo dei Re Magi che si svolge a Varsavia e in tante città della Polonia.
E a tutti auguro una buona Festa dell’Epifania. Continuate per favore a pregare per me e andate avanti, coraggiosi! Il Signore vi benedica. Buon pranzo e arrivederci!