Contro il bullismo rompere il muro di omertà

Alcuni suggerimenti ai genitori per capire se il proprio figlio ne è vittima o anche autore. Il bullismo è purtroppo fenomeno sempre attuale, "è necessario rompere il muro di omertà" il suggerimento del medico pediatra Antonio Sabino

Si conosce il problema. Il “Bullismo” è stato ed è oggetto di una vasta letteratura pediatrica, sociologica, psicologica e giornalistica. Se ne parla, ma non troppo, e si passa sopra (“fare lo struzzo”). E’ il solito discorso….” Riguarda “altri”…ignorando che è un problema di tutti: Famiglia, Scuola, Chiesa, Attività ludico-sportiva e spesso non rendendosi conto che alle volte, il proprio figlio/a sono bulli o bullizzati. Queste sono forme di comportamento violento sia fisico che di natura psicologica, attuato nei confronti di soggetti identificati dalla società e dallo stesso “bullo” come deboli e incapaci di difendersi. Relazione di abuso di potere in cui si evidenziano dei comportamenti di prepotenza in modo ripetuto e continuato nel tempo, tra ragazzi non di pari forza, dove chi subisce non è in grado di difendersi da solo. Il bullismo può essere diretto: caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e può essere fisica (calci, schiaffi, spintoni), verbale (prese in giro pubbliche, insulti, minacce), psicologica, strumentale (furti di denaro, corredo scolastico, merende, S accessori come orologi, cellulari, catenine, braccialetti ecc..), sociale (isolamento dal gruppo, diffusione di false notizie o segreti personali) o essere indiretto: meno visibile di quello diretto, tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con altre persone, cyberbullismo ( online). Si possono definire i ruoli 1) Bullo o Istigatore 2) Vittima 3) Complice 4) Attendente o Spettatore. Non esiste bullismo senza l’attenzione del Gruppo, perché l’aggressore ricorre alla violenza proprio per diventare popolare, per essere riconosciuto, applaudito e anche temuto. Il gruppo può essere reale (la classe, gli amici), ma anche virtuale, come accade sempre più spesso con il cosiddetto cyberbullismo. Le motivazioni alla base del bullismo sono difficili da individuare e spesso hanno una origine profonda, da una mancanza di controllo degli impulsi, a problemi di gestione della rabbia, oppure sentimenti di gelosia o invidia, da ricercarsi in primo luogo nel contesto famigliare o in quello scolastico o ricreativosportivo, ma anche negli stereotipi diffusi dai mass media e, in generale, in altri fattori legati all’ambiente sociale. Dietro il comportamento del bullo c’è l’intenzione di fare del male o provocare danno, il cercare tra le sue vittime la persona fragile, che possa farlo sentire potente. Le vittime del bullismo in genere non parlano, perché hanno paurache poi possano essere aggrediti anche perché hanno “fatto la spia”. Le vittime dei bulli sono bambini/e insicuri e che acconsentono facilmente alle richieste del bullo e che non sempre sono in grado di farsi valere. Come difendersi dal bullismo: 1) non cogliere le provocazioni del bullo, 2) esercitare una assertività, 3) non colpevolizzare sè stessi per l’aggressione del bullo, 4) chiedere aiuto ai genitori e insegnanti, 5) presentare una denuncia per bullismo. Come capire se un figlio è vittima di bullismo? La cosa migliore è fare attenzione ad alcuni possibili cambiamenti nei suoi comportamenti e nelle sue abitudini: non vuole andare a scuola, manifesta difficoltà di concentrazione, i voti a scuola peggiorano, cambia strada per andare e tornare da scuola, dorme male e fa brutti sogni, cambia modo di mangiare (di più, di meno, in modo disordinato), ha frequenti crisi di pianto o di rabbia, è molto silenzioso o depresso, noti sul corpo segni, graffi, lividi, ha i vestiti sporchi o strappati, accusa di frequente mal di testa, mal di stomaco, mal di pancia, smette di uscire, ha meno amici o nessun amico, “perde” spesso oggetti personali o del corredo scolastico, torna a casa affamato, scatta se qualcuno si avvicina al suo cellulare o lo tiene nascosto, in casa mancano soldi o oggetti. Come capire se vostro figlio è un bullo? Può essere manesco quando gioca, anche in casa con i fratelli o le sorelle, spesso ha un atteggiamento spavaldo e tende a provocare, si sente legittimato nei suoi comportamenti e può anche mettere in atto altri tipi di condotte devianti, come per esempio fumare, fare uso di alcolici o prendere note e multe, è violento o ribelle, non sa litigare, reitera il gesto da bullo, agisce in gruppo, non prova sensi di colpa, fa battute pesanti o di cattivo gusto, la sua condotta scolastica è scarsa. In entrambi i casi però, sia nel “bullizzato” che nel “bullo”, sono segnali e sintomi di un disagio spesso importante che però possono avere anche altre origini e cause che devono sempre e comunque preoccupare un genitore e farne ricercare le cause. Come si può dedurre, anche dalle cronache quotidiane, il problema è più che mai attuale e sia il bullo che il bullizzato hanno bisogno di aiuto. Non bisogna demandare, rinviare , ma correre ai ripari per tempo per “non piangere dopo”, come troppo spesso accade. L’intervento è difficile. La cosa più giusta (e il minimo dovuto al perseguitato) è rompere il cerchio di indifferenza-omertà, andando a fondo. Inoltre formazione, educazione, cultura a tutti i livelli , e sottolineo “tutti i livelli”: Famiglia, Scuola, Attività ludico-sportiva, Chiesa.

Antonio SabinoPediatradott.antonio.sabino@gmail.com