Regione FVG
Pordenone: sviluppo Polo Intermodale, oviettivo 5mila treni per il 2031
"E' importante il dato che ci è stato prospettato - ha dichiarato al convegno in Pordenone l'assessora regionale pordenonese Amirante - che prevede la possibilità di arrivare nel 2031 alla movimentazione di 5 mila treni anno a Pordenone"
“Per poter programmare con maggiore puntualità e in maniera efficiente gli interventi della regione nell’ambito della piattaforma logistica del Friuli Venezia Giulia è necessario che vi sia una attenta e proficua interlocuzione con rete ferroviaria italiana per quanto concerne lo spostamento delle merci con l’utilizzo dei treni. In questo senso l’incontro avvenuto quest’oggi a Pordenone è stato molto proficuo e rappresenta il primo di una lunga serie che intendiamo portare avanti nel tempo, alla luce del fatto che su questa zona del pordenonese la Regione ha investito nel tempo 14,6 milioni di euro”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante durante l’incontro svoltosi nella sede di Interporto Pordenone nell’ambito del convegno dedicato alle prospettive di sviluppo del polo intermodale della Destra Tagliamento. Alla presenza tra gli altri del sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, del presidente di Interporto Centro Ingrosso Silvano Pascolo nonché del Direttore di Strategie e Pianificazione Sviluppo Infrastrutture area Nord Est di Rfi Carlo De Giuseppe, l’esponete dell’esecutivo Fedriga nel suo intervento ha messo in luce l’importanza della linea ferroviaria per lo sviluppo logistico dell’intero Friuli Venezia Giulia.
“La strategicità dell’Interporto di Pordenone – ha detto Amirante
– è al centro dell’attenzione della nostra Regione. In questo momento nel polo logistico pordenonese stiamo compiendo importanti investimenti per quanto concerne la linea ferroviaria:
a breve la realizzazione dell’asta di manovra della stazione elementare sarà oggetto di gara d’appalto, intervento indispensabile per garantire un utilizzo efficiente dei binari che eviti di “spezzare” il treno nelle operazioni di ingresso ed uscita dei convogli da Interporto. Grazie anche ai 600 mila euro dell’ultimo assestamento di bilancio a favore di Interporto, l’intervento di allungamento dell’asta di manovra consentirà di liberare la stazione ferroviaria di Pordenone dai convogli merci, facilitando e velocizzando lo spostamento dei materiali con riduzione dei relativi costi. Ciò rende più competitivo ed economico l’utilizzo di questa area, facendo diventare questo punto della piattaforma logistica regionale più attrattiva”.
“Importante il dato che ci è stato prospettato da Rfi -ha aggiunto Amirante – che prevede la possibilità di arrivare nel 2031 alla movimentazione di 5 mila treni anno a Pordenone, nell’ambito del piano industriale dei prossimi dieci anni, piano che può contare per il Friuli Venezia Giulia di 5,2 miliardi di euro, di cui 2,27 già disponibili. Questo sarebbe un importante balzo in avanti se si conta che nel 2022 il numero di convogli all’interno di Interporto sono stati poco meno di 2 mila”.
“Accanto a questo intervento – ha aggiunto Amirante – ce n’è un altro di grande rilevanza per questa area, ossia il prolungamento della circonvallazione sud a favore del futuro consorzio industriale. Ciò consentirebbe da un lato di completare il raccordo viario esistente con la viabilità locale e dall’altro di mettere in comunicazione l’area produttiva di Vallenoncello con Interporto e lo scalo merci presenti al suo interno.
“Avviare un confronto costante e costruttivo con Rfi – ha aggiunto l’assessore regionale – diventa quindi di fondamentale importanza, dal momento che la società nazionale è proprietaria delle linee. In un’ottica di efficientamento del sistema è necessario intersecare i loro programmi di sviluppo con le nostre strategie di pianificazione e i conseguenti investimenti di danaro pubblico. Non va dimenticato infatti che lo sviluppo di interporto Pordenone si inserisce all’interno di un contesto molto più ampio riguardante la movimentazione delle merci su rotaia nell’intero Friuli Venezia Giulia, che interessa ad esempio anche il nodo ferroviario di Udine per raggiungere consentire alle merci di più raggiungere più agevolmente il confine sloveno o quello austriaco piuttosto che il porto di Trieste”.