Papa Francesco: il Sinodo purifichi la Chiesa dal chiacchiere, dalle ideologie e dalle polarizzazioni

l Santo Padre la sera di sabato 30 settembre ha tenuto la sua meditazione nella Veglia ecumenica "Together", davanti a 18mila persone che per otto minuti hanno pregato in silenzio. Soffermandosi sull'importanza del silenzio nella vita del credente, nella vita della Chiesa e nel cammino di unità dei cristiani, quello di Bergoglio è stato un monito preciso a salvaguardare lo spazio sacro del silenzio anche nel Sinodo che inizia il 4 ottobre, caratterizzato dall'ascolto: "Ascolto di Dio, fino a sentire con lui il grido del popolo; ascolto del popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama". In processione da San Giovanni in Laterano a San Pietro oltre 4mila giovani

La sera di sabato 30 settembre 18mila persone hanno pregato in silenzio, per otto minuti, in una piazza San Pietro allestita come un giardino. “In un mondo pieno di rumore non siamo più abituati al silenzio, anzi a volte facciamo fatica a sopportarlo, perché ci mette di fronte a noi stessi. Eppure sta alla base della parola e della vita”, ha detto Papa Francesco davanti agli oltre 4mila giovani che sono arrivati in pellegrinaggio da San Giovanni in Laterano e ai loro coetanei – provenienti anche dall’Ucraina – che hanno animato i cori sulle musiche composte per l’occasione dalla Comunità di Taizé. Subito dopo la preghiera di invocazione del dono dello Spirito Santo per il Sinodo, la meditazione papale sull’importanza del silenzio nella vita del credente, nella vita della Chiesa e nel cammino di unità dei cristiani.

“Il silenzio è essenziale nella vita del credente”, ha esordito Francesco nella Veglia ecumenica “Together”, alla presenza di 21 leader religiosi, tra cui il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli e l’arcivescovo Justin Welby di Canterbury, oltre ai partecipanti al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità che comincia il 4 ottobre. “Stasera noi cristiani abbiamo sostato silenziosi davanti al Crocifisso di San Damiano, come discepoli in ascolto dinanzi alla croce, la cattedra del Maestro”, il riferimento al Crocifisso che troneggia sul sagrato di piazza San Pietro, mentre in uno dei due lati del palco papale la vigilanza dell’icona della Madonna “Salus populi romani”, come è avvenuto nella processione iniziale di tutte le componenti del popolo di Dio. Sull’altro lato, con le pagine aperte di fronte ai fedeli, la Bibbia, che viene intronizzata in ogni Sinodo.

“Il nostro non è stato un tacere vuoto, ma un momento carico di attesa e di disponibilità”, il riferimento alla preghiera ecumenica di poco prima. “La verità non ha bisogno, per giungere al cuore degli uomini, di grida violente”, il monito del Papa, che parla al popolo della piazza ma manda messaggi precisi per salvaguardare lo spazio sacro, nutrito appunto di silenzio, dell’appuntamento sinodale ormai imminente:

“Dio non ama i proclami e gli schiamazzi, le chiacchiere e il fragore: preferisce piuttosto, come ha fatto con Elia, parlare nel sussurro di una brezza leggera, in un filo sonoro di silenzio”. E allora anche noi, come Abramo, come Elia, come Maria abbiamo bisogno di liberarci da tanti rumori per ascoltare la sua voce. Perché solo nel nostro silenzio risuona la sua Parola”.

“Il silenzio è essenziale nella vita della Chiesa”, perché “rende possibile la comunicazione fraterna, in cui lo Spirito Santo armonizza i punti di vista”, incalza Francesco evocando di nuovo l’appuntamento del 4 ottobre.

“Essere sinodali – spiega – vuol dire accoglierci gli uni gli altri così, nella consapevolezza che tutti abbiamo qualcosa da testimoniare e da imparare, mettendoci insieme in ascolto dello Spirito della verità per conoscere ciò che egli dice alle Chiese”. “E il silenzio permette proprio il discernimento, attraverso l’ascolto attento dei gemiti inesprimibili dello Spirito che riecheggiano, spesso nascosti, nel popolo di Dio”, la ricetta di Francesco per le varie tappe del percorso sinodale: “Chiediamo allo Spirito il dono dell’ascolto per i partecipanti al Sinodo: ascolto di Dio, fino a sentire con lui il grido del popolo; ascolto del popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama”.

Senza il silenzio e la preghiera “l’ecumenismo è sterile”, ricorda il Papa citando ancora una volta, mutuandolo dal Vangelo di Giovanni, il comandamento dell’unità coniato da Gesù, che “ha pregato perché i suoi discepoli siano una sola cosa”. “Il silenzio fatto preghiera ci permette di accogliere il dono dell’unità come Cristo la vuole, con i mezzi che lui vuole, non come frutto autonomo dei nostri sforzi e secondo criteri puramente umani”, spiega Francesco, secondo il quale “più ci rivolgiamo insieme al Signore nella preghiera, più sentiamo che è Lui a purificarci e ad unirci al di là delle differenze”. “L’unità dei cristiani cresce in silenzio davanti alla croce, proprio come i semi che riceveremo e che raffigurano i diversi doni elargiti dallo Spirito Santo alle varie tradizioni”, osserva il Papa: “a noi il compito di seminarli, nella certezza che Dio solo dona la crescita. Saranno un segno per noi, chiamati a nostra volta a morire silenziosamente all’egoismo per crescere, attraverso l’azione dello Spirito Santo, nella comunione con Dio e nella fraternità tra di noi”. “Chiediamo, nella preghiera comune, di imparare nuovamente a fare silenzio: per ascoltare la voce del Padre, la chiamata di Gesù e il gemito dello Spirito”, la preghiera finale: “Chiediamo che il Sinodo sia kairós di fraternità, luogo dove lo Spirito Santo purifichi la Chiesa dalle chiacchiere, dalle ideologie e dalle polarizzazioni”.