In Veneto il 12% delle denunce di infortunio di tutta Italia

Sindacati, associazioni datoriali, Città Metropolitana, forze dell’ordine, Enti pubblici e Prefettura di Venezia hanno siglato un protocollo per la costituzione di un Osservatorio Provinciale Sicurezza sul Lavoro. E la formazione specifica entra anche nelle scuole

Formazione e sensibilizzazione sono le due parole chiave per la riduzione degli infortuni, assieme a maggiori controlli, perché i datori di lavoro e i lavoratori stessi adottino tutte le misure per prevenire l’incidentalità. Di recente la Regione Veneto ha rinnovato il piano strategico per la salute e la sicurezza, uno strumento importante ma che richiede un potenziamento degli organismi di controllo. Nel luglio scorso sindacati, associazioni datoriali, Città Metropolitana, forze dell’ordine, Enti pubblici e Prefettura di Venezia hanno siglato un protocollo che prevede la costituzione di un Osservatorio Provinciale Sicurezza sul Lavoro i cui principali compiti saranno quelli di monitorare il fenomeno degli infortuni sul lavoro nei posti più a rischio ed individuare le strategie d’intervento da adottare. “In Veneto la situazione è sempre più critica – spiega Mauro Rossato di Vega Engineering di Mestre – sono 41.635 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 344.897: vale a dire oltre il 12% di quelle rilevate in Italia. Il Veneto, poi, è terzo in Italia per numero di vittime totali dopo la Lombardia (97) e il Lazio (53). Addirittura è secondo solo alla Lombardia (74), per decessi in occasione di lavoro”.Le denunce di infortunio totali sono diminuite del 21% rispetto alla fine di luglio del 2022. “Il calo degli infortuni mortali è un dato positivo – commenta il segretario generale della Uil Roberto Toigo – ma non possiamo certo cantare vittoria, soprattutto perché durante l’estate c’è stata una impennata di casi: solo nella prima metà di agosto, purtroppo, si sono aggiunte 4 vittime. E comunque oltre 40 vittime nei primi sei mesi dell’anno sono ancora un numero troppo alto. Certamente è importante un trend in discesa, che riguarda quattro province su sette: Belluno, Rovigo, Venezia e Vicenza”. Crescono invece gli infortuni mortali nel Padovano (passano da 4 a 7, +75%), a Verona (da 11 a 12, +9%) e soprattutto a Treviso, dove sono più che triplicati (da 3 a 10). A incidere positivamente sui dati ci sono sicuramente i protocolli per la sicurezza.

Nell’esperienza di PCTO in azienda e della sicurezza nei posti di lavoro, dove gli studenti svolgono tirocini, stage e percorsi di orientamento ha influito la tragedia di Giuliano, studente dell’Itis Da Vinci di Portogruaro, morto a causa di un infortunio in azienda mentre svolgeva lo stage.Se questo è stato devastante per la sua famiglia e per la sua scuola, non meno lo è stato per il mondo della formazione in generale, costringendo tutti ad una riflessione, relativa anche alle responsabilità cadute in capo a dirigenti e tutor scolastici. È stato, ad esempio, privilegiata la formazione interna, svolta utilizzando i laboratori della scuola con l’intervento di esperti esterni e attività svolte on line. Il tema è entrato anche nel recente protocollo sulla sicurezza siglato con la Prefettura di Venezia: “come Cisl – ha affermato il segretario provinciale Criniti – siamo soddisfatti che siano previsti, tra gli strumenti da attivare, dei percorsi formativi preventivi sulla sicurezza per gli studenti inseriti nei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto, ex alternanza scuola-lavoro) e, soprattutto, la formazione certificata per i tutor aziendali prima dell’entrata dei ragazzi nelle imprese. Così facendo – ha concluso Criniti – da un lato gli studenti entrano a contatto con il mondo del lavoro già con un bagaglio conoscitivo dei rischi, dall’altro si ha contezza che i tutor abbiano acquisito consapevolezza del ruolo e competenze necessarie per garantire la sicurezza degli stessi ragazzi”.